Andrea Pubusa
La Gencore manda a quel paese il ministro all’industria e al lavoro, e non c’era da aspettarsi altro. Ormai le multinazionali la fanno da padrone in economia e non solo. I governi hanno abdicato ai loro poteri in materia economica e non solo, si ritirano in campo sociale, lasciando i cittadini senza servizi fondamentali. È l’abbandono del keinesismo in favore del liberismo, anzi dell’iperliberismo. Fino agli anni ‘70 l’intervento pubblico mirava a temperare le distorsioni del libero mercato sia in campo economico che in quello sociale. Si tendeva a non lasciare indietro nessuno. Ora no, tutto è lasciato alla gelida legge del profitto. In questo contesto i lavoratori si aggiustino, si arrangino i disoccupati e i poveri che aumentano in modo esponenziale. Per questi c’è la Charitas ad assicurare, a spese della mano pubblica, un pasto caldo, almeno per le feste.
In questo contesto senza speranza, ecco una proposta bizzarra. Perche’ a P. Vesme non nazionalizzare la Gencore? La produzione di zinco e rame risponde all’interesse nazionale. Se i privati la abbandonano, è logico che se ne occupi lo stato. Il discorso non fa una grinza. Del resto, se Gencore chiude perche’ dovrebbe subentrare un’altra multinazionale? I costi dell’energia non sarebbero minori e addio profitti. Eppure questa soluzione in astratto logica, non lo è in concreto. Il verbo liberista non la contempla! L’intervento pubblico è il più grave dei mali, superiore anche ai licenziamenti, alla desolazione sociale all’impoverimento generale. E poi c’e l’Europa che vieta gli aiuti di stato. Se tutto va bene, si farà avanti un’altra multinazionale, che in barba ai canoni del liberismo, sarà imbottita di un pò di fondi pubblici per tirare avanti un altro po’. E poi?
3 commenti
1 Luciano Lussorio Virdis
30 Dicembre 2024 - 13:23
Si continua a fare la respirazione bocca a bocca a un’industria morta e non si vedono le opportunità di lavoro con le energie rinnovabili.
2 admin
30 Dicembre 2024 - 13:41
Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=160551
3 Giacomo Meloni
31 Dicembre 2024 - 02:08
Caro Professore,
insisto nell’osservare che la maggior parte dei nostri politici e dei nostri sindacalisti attuali hanno perso l’abitudine - per gli stessi dovrebbe essere un dovere-di studiare ed informarsi-
Oggi, tra l’altro, le nuove tecnologie ci aiutano moltissimo in tal senso.
Ho appena aperto la pagina di facebook ,dove vi sono tutte le informazioni, anche in dettaglio, sulla Fabbrica Portovesme Srl.
Mi soffermo solo sull’intestazione e premessa:
“PORTOVESME SRL, L’AZIENDA METALLURGICA CON UN FATTURATO DA 890 MILIONI.
La Portovesme S.r.l. ,leggo nel sito ufficiale, è stata costituita il 2 luglio 1999 con l’acquisizione da ENI sia del sito produttivo di Portoscuso, avviato nel 1970, che del sito di San Gavino, avviato nel 1929.
Portovesme S.r.l. ,prosegue il testo, è totalmente di proprietà di una società controllata del gruppo Glencore International plc, leader mondiale nel commercio di materie prime ed in particolare di metalli non ferrosi.
Oggi ,conclude la nota, la Portovesme S.r.l. è l’unico produttore di Zinco e Piombo in Italia, definito dallo stesso Ministero ” di importanza strategica nazionale”.. “Occupa circa 900 lavoratori, che operano stabilmente all’interno degli impianti.”
Mi chiedo:
“Allora perchè la Multinazionale Svizzera Clencore ha dato l’ordine di spegnere i forni e di bloccare in particolare la linea zinco, la più produttiva , addirittura anticipando i tempi di chiusura dello Stabilimento ?
Scrive il rag. Lolliri, l’ex Amministratore Delegato :
“Oggi lo stabilimento ha un fatturato medio di circa 500 milioni di euro e produce 150 mila tonnellate di zinco, 65mila di piombo, 200mila di acido solforico, 3mila di rame, 200 d’argento e una d’oro”
Si direbbe che la Portovesme Srl sia un esempio di Azienda produttiva eccellente, direi !
Domanda: “Allora perchè la Clencore decide di chiudere gran parte della sua produzione ?!?
Lo ripeto: questa Azienda non è la prima volta che
minaccia licenziamenti ed il motivo è sempre lo stesso: carenza di discariche autorizzate nel territorio. Ora mette maggiormente in risalto la difficoltà legata al costo energetico e la Giunta Reg, le lancia un salvagente, proponendo - provvisoriamente in attesa della soluzione dell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili, nientemeno che l’approvvigionamento del gas con le navi metaniere ! Ma lo conoscono i collaboratori dell’on. le Todde qual’è il prezzo del metano nei maggiori mercati mondial, dove si stabilisce il prezzo del gas? e lo sanno questi “esperti collaboratori della Presidente” che il metano è un fossile e che in atmosfera, come avvertono gli scienziati, produce più CO2 del dannato carbone ?
La Portovesme Srl afferma che le sue produzioni sono rispettose dell’ambiente. Scrivono esattamente :
“l nostro scopo è produrre metalli non ferrosi in modalità sostenibile avendo come obiettivi paritari la sicurezza sul lavoro, la salvaguardia dell’ambiente, la sostenibilità economica e la ricerca della condivisione dei nostri scopi con le comunità dove insistono le nostre produzioni.
Vendiamo i nostri prodotti principalmente nel mercato nazionale, con la consapevolezza che la catena delle nostre produzioni è eticamente sostenibile dalla fase di approvvigionamento dei materiali, a quella centrale produttiva, sino alla distribuzione e vendita del prodotto finito”
Potenza della comunicazione ! La falsità sta nelle cose e nei fatti ! Provate a chiedere agli abitanti dei paesi vicini allo Stabilimento se ciò che questa Azienda afferma corrisponda al vero.
A me personalmente e come CSS dispiace per i lavoratori e le loro famiglie che soffrono per la perdita del lavoro,ma condanno i politici e gli stessi sindacalisti che nascondono la verità.
Perchè non viene spiegato alla gente cosa sono i fumi di acciaieria e che fine fanno i milioni di tonnellate di scarti industriali e dove sono sotterrati e perchè il portale radiometrico è solo a bocca di stabilimento, mentre quello previsto nel porto industriale di Cagliari è misteriosamente sparito, nonostante le denunce dei lavoratori portuali e gli esposti di Sardegna Pulita e della Confederazione Sindacale Sarda-CSS.
Povera Sardegna e Poveri noi sardi che siamo trattati come ignoranti e pendiamo dalle false informazioni di chi spaccia per lavoro buono ciò che invece è sporca speculazione.
Possibile che noi sardi dobbiamo accettare solo questo tipo di lavoro ? Quand’è che i nostri politici e sindacalisti si mettono a studiare e a proporre un vero Piano Industriale concreto e credibile ?
Giacomo Meloni Segretario Naz. le della CSS, che questo 19 gennaio 2025 compie 40 anni, alla faccia di chi politici e grandi sindacalisti nazionali ne prevedevano una vita breve di appena sei mesi. Auguri di speranza e di Pace.
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