Andrea Pubusa
La vicenda giudiziaria di Salvini insegna molte cose. Anzitutto che la magistratura italiana mantiene un grado accettabile di indipendenza. Quale migliore occasione per una magistratura di parte colpire un minisfro, vicepresidente del Consiglio? I giudici hanno svolto il loro dovere in silenzio e con compostezza. Non altrettanto può dirsi per Salvini, la Lega e il centrodestra, che hanno minacciato sfracelli in caso di condanna. Salvini, mentre aveva diritto a proclamare la sua innocenza, da vicepresidente del Consiglio doveva attendere l’esito del giudizio con la stessa compostezza e con rispetto. A chi occupa le massime cariche dello stato non è concesso di fare e dire quanto può un’associazione culturale o politica.
Quanto all’assoluzione non si sa per ora se è definitiva. Ci sono altri due possibili gradi di giudizio e potrebbe la decisione dei primi giudici essere impugnata. Vedremo. Certo, ammettere la violazione di diritti fondamentali della persona è inquirtante e pericoloso. Come lo è ritenere che la politica possa farlo impunemente. Le costituzioni moderne, nel riconoscere i diritti inviolabili, hanno voluto erigere un argine invalicabile proprio al potere politico. Ma attendiamo la motivazione della sentenza per capire il ragionamento posto alla base dell’assoluzione.
Detto questo, la condanna politica e morale a Salvini rimane. Come si fa ad essere persecutori nei confronti di poveracci raccolti in mare e indifesi? Questa mancanza di un elementare senso di umanità è imperdonabile, è espressione di quell’imbarbarimento che porta solo disastri, come la storia insegna.
La magistratura con metro giuridico ha assolto, ma sul piano morale Salvini va severamente e senza appello condannato.
1 commento
1 Aladin
21 Dicembre 2024 - 20:32
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