Andrea Pubusa
A che gioco giocano l’Unione sarda e non pochi esponenti dei comitati Pratobello? Sono estremamente soddisfatti per la recente ordinanza cautelare del Consiglio di stato che ha sospeso in parte un decreto ministeriale che accorda alle regioni il potere di ampliare il novero delle aree inidonee all’installazione di impianti energetici. Sembra che non abbiano capito gli amici pratobello che l’ordinanza cautelare, se confermata dalla sentenza che definisce il giudizio davanti al Tar Lazio, limita il potere delle regioni di estendere le aree inidonee rispetto a quanto previsto nella legge statale. È una decisione per così dire antiautonomista, che i comitati dovrebbero contrastare. Salvo che non si acceda all’idea che è bene che l’autonomia venga compressa se questa limitazione colpisce l’attuale maggioranza regionale. Un atteggiamento infantile, posto che si versa su questioni ordinamentali d’interesse di tutto il popolo sarďo, senza distinzioni di schieramento.
Ma poi è fondato il giubilo dei pratobello? È vero che la legge sulle aree idonee e non idonee non può essere adottata o che è inutile? La stessa ordinanza del consiglio di stato fa salva la potestà legislativa regionale, e non potrebbe essere diversamente perchè - ricordiamolo - si fonda sullo Statuto speciale che è legge costituzionale, ossia è una parte della nostra Costituzione. L’assemblea sarda dunque può approvare la legge in discussione. Sarà poi la Consulta, se la legge verrà impugnata, a dire se è o non legittima, ma, fino ad un eventuale annullamento, la legge sarà produttiva di effetti. Ma poi l’illegittimità potrebbe non travolgere l’intera legge, ma solo quelle parti in cui travalica la potestà legislativa regionale. Al più un annullamento parziale, dunque, a conclusione di un giudizio, che però è tutto da fare.
Bisognerebbe unire le forze se si vuol vincere. La posta è importante, alimentare la divisione con posizioni autolesioniste è, a dir poco, irresponsabile.