Andrea Pubusa

Che l’attacco contro i tifosi israeliani ad Amsterdam sia  da condannare è fuori discussione. Lo sono anche gli scontri per ragioni “sportive”, immaginiamoci l’assalto che abbia motivazioni politiche. Poi le manifestazioni che coinvolgono gli ebrei richiedono particolare attenzioni. Ferma restando la contrarietà agli attacchi fisici, bisogna sempre prestare attenzione, in modo che sia chiara la critica alla politica del governo di Tel Aviv e non agli ebrei in quanto tali.
Certo, è sorprendente la risposta politica e mediatica italiana e occidentale per i fatti d’Olanda, di grande condanna, e il silenzio o il modo burocratico di dare le notizie sui massacri di palestinesi, civili, donne, vecchi e bambini da parte dell’esercito israeliano. A fronte degli scontri di Amsterdam dove, per fortuna, non ci sono stati morti, ma a cui si è dato grande rilievo, contemporaneamente nessuna indignazione per le uccisioni quotidiane di palestinesi. Si è omesso anche di dare notizie degli atti provocatori dei tifosi israeliani contro gli arabi e i palestinesi prima della partita di calcio.

Certamente, bisogna stoppare sul nascere ogni manifestazione antisemita, ma coloro che criticano e scendono in piazza contro la politica sanguinaria di Tel Aviv nella maggior parte dei casi in Europa e in Occidente non sono antisemiti. Bisogna convincersi che la diffusione nel mondo di una critica ad Israele non è motivata da antisemitismo, ma dai massacri perpetrati dai soldati di Tel Aviv. E’ chiaro che questi atti criminali inducono molti ad estendere il giudizio negativo agli ebrei in genere. E’ sbagliato, ma la causa di questo errore è dovuta alle azioni di Netanyahu & C., i quali vogliono eliminare i palestinesi dai loro territori per creare il grande Israele, addirittura richiamandosi alla Bibbia. Non è un caso che molti ebrei, intellettuali e non, ritengono che Israele con questa politica di sterminio si stia sostanzialmente suicidando. Ed in effetti la conoscenza dei piani della destra israeliana al governo destano preoccupazione e racapriccio.