Transizione ecologica e colonialismo

22 Giugno 2024
2 Commenti


Andrea Pubusa

Credo che nessuno di noi possa non essere d’accordo con la necessità della transizione ecologica. Siamo tutti d’accordo in area progressista con l’urgenza di eliminare le energie fossili inquinanti per far prevalere sole e vento. Non è difficile condividere questo assunto di Rosamaria Maggio nel suo post di ieri su questo sito.  Mi paiono invece forzate le sue considerazioni critiche verso il movimento che si sta levando in Sardegna contro l’invasione di pale eoliche e pannelli fotovoltaici. Se si pensa che l’intervento dovrebbe soddisfare le esigenze di 50 miliioni di persone, appare subito manifesta la irragionevolezza dei progetti. Siamo d’accordo col principio costituzionale di solidarietà, ma se si comprime la ragionevolezza si esorbita dalla solidarietà e si deve più propriamente parlare di colonialismo. Allo stesso modo dell’installazione in misura palesemente eccessiva in Sardegna di basi militari. Non mi pare possa parlarsi di deteriore nazionalismo  quando si pretende di scongiurare che le pale debbano incidere sui beni ambientali e culturali della Sardegna. Nuraghi, cattedrali e beĺlezze naturali vanno salvati. La solidarietà e l’unità nazionale impongono scelte equilibrate. E queste non lo sono. Quando c’è un contrasto tra interesi rilevanti, la regola è che si proceda ad una composizione equa, razionale. E qui questa non c’è, si assiste ad una sproporzionata prevalenza di un interesse sugli altri. Più che la transizione energetica alle multinazionali calate in Sardegna interessa il profitto. E questo la nostra Carta pospone in modo netto agli interessi sociali, che sono preminenti, inviolabili.
Questa vicenda mostra anche l’inadeguatezza dello Statuto speciale: scelte incidenti a fondo sul territorio della Sardegna richiedono  l’esercizio di poteri regionali su un piano di parità con lo Stato. Si deve pervenire, tramite una leale collaborazione, ad accordi condivisi. Non può il potere statale incidere sugli interessi vitali dell’isola in modo unilaterale. Si pone insomma un problema di ripensamento della disciplina statutaria.

2 commenti

  • 1 Aladin
    22 Giugno 2024 - 10:30

    Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=155159

  • 2 Agata Cabiddu
    22 Giugno 2024 - 18:34

    Lo Statuto Sardo, che risale al 1948, secondo Pili
    Mauro ha potestà legislativa in base all’art.3 f su
    edilizia ed urbanistica. Con una legge la regione può
    fermare lo scempio degli speculatori su eolico e foto-
    voltaico. Ma la Todde non ha nessuna voglia di muo-
    versi in questo senso.

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