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Andrea Pubusa
De sa Pascamanna mi è rimasto indelebile il ricordo dei riti religiosi in cui noi bambini in bidda divenivamo protagonisti con is matracas e is raneddas. Le prime erano formate da una tavola con impugnatura per agitarla e muovere dei ferri a forma di U applicati sul piano in modo da battere e fare un rumore cupo. Le secondo erano fatte con un pezzo di canna che da una parte ha un dispositivo che ruotando fa un rumore che ricorda lontanamente il gracchiare delle raganelle. Nella settimana santa i chirichetti alla messa e in processione, anziche’ il campanello dal suono squillante, usavano is matracas. Noi bambini le usavamo anche prima e dopo i riti, facendo talora sfide divertenti per stabilire chi era il più veloce o aveva la più rumorosa matraca. Poi in biddda c’era tziu Nonnis che non amava i bambini e i cani. A questi animali che erano obbligati a passare di fronte a casa sua lanciava delle pietre che aveva raccolto nel davanzale della finestra. Noi bambini ci vendicavamo della sua antipatia verso di noi agitando con forza e insistenza matracas e raneddas di fronte a casa sua. Ora ho visto che queste usanze non ci son più anche perche’ non ci son più bambini. E poi è scomparsa la manualità di un volta.
Rimane però, rinvigorita da papa Francesco, la domanda di pace. Il grido di pace di fronte alle folli azioni e parole di guerra di chi governa il mondo.
2 commenti
1 Aladin
31 Marzo 2024 - 01:13
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=152841
2 Michele Podda
31 Marzo 2024 - 11:26
Bellissimo ricordo caro Andrea, tutti i bambini sardi (ma anche altrove) ci siamo passati in quelle “manualità”. In Bidda mea, solo SU JACANU suonava le MATRACAS, grandi e pesanti con quattro ferri, due per parte, strumento conservato in Parrocchia. I bambini solo “raneddas”, da noi URRIAJOLOS. Ma soprattutto BELLISSIMA FOTO, non so di che paese. Auguri, di PASCA MANNA e di Pace.
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