A.P.

Aveva ragione Emilio Lussu a dire che i responsabili dei mali dei sardi sono i sardi stessi, e tanto era convinto di questo che si è fatto seppellire a Roma. Ma perche’ dico questo? Semplice, oggi in cui c’è a Roma e a Cagliari un governo di destra con nostalgie fascistoidi, qui si fa di tutto per far vincere alle prossime elezioni regionali una destra scalcinata e impresentabile. E lo si fa contro l’evidenza. Senza un’ampia unità dello schieramemto alternativo la destra non può essere battuta. Lo si è visto alle ultime elezioni politiche quando l’imbecillità di Enrico Letta ha precluso la strada all’alleanza col M5S regalando alla  Meloni Palazzo Chigi.  Ora l’imbecille di turno è Soru, che, col pretesto delle primarie, decide di presentare una sua lista, raccogliendo disperati di ogni risma per azzoppare la Todde. In fondo, a pensarci bene, ciò che muove tutti questi “statisti” è un odio viscerale verso i pentastellati, perchè sono riusciti a raccogliere consensi diffusi, che loro non hanno mai avuto. Preferiscono far deflagrare lo schieramento alternativo alla destra con un assordante “boom!” autolesionista. Costoro non vedono neanche il risvolto nazionale di una sconfitta della destra in Sardegna. Sarebbe il segnale di una inversione di tendenza, un messagio forte di rilancio. E poi Soru ha già governato con volto arcigno e piglio autocratico, facendo così male  e dividendo da perdere perfino col modesto Cappellacci. Pigliaru, anche lui per le primarie anti Todde, ha poi perso malamente, e nessuno ne parla più. Come non cogliere nella Todde una candidata che può chiudere quella fase triste della politica regionale? Come si fa a preferire un vecchio rancoroso, mosso da voglia di rivincita e, per sua indole, divisivo a una donna estanea alle vicende e alle manovre della vecchia politica regionale? Sì proprio così, aveva ragione Lussu!