Regionali: un confronto senza pregiudiziali per battere la destra

17 Luglio 2023
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Andrea Pubusa

Codonesu ed io abbiamo lanciato un appello per un’alleanza elettorale alle prossime regionali fra centrosinistra e sinistra. Sappiamo che si profila una divisione fra questi schieramenti. E ne intuiamo le ragioni. Il dissemso verso il PD della sinistra e’ forte e motivato. Questo partito e’ come uno dei mostri del mito, la testa democristiana e il corpo con molti ex DC e un po’ di ex comunisti. Ma, mentre questi ultimi son diventati liberisti, i democristiani sono rimasti tali. L’attacco alla Costituzione di Renzi non si puo’  cancellare cosi’ come la abrogazione dell’art. 18, la riduzione dei diritti del mondo del lavoro. Questa e’ politica di destra bella e buona, e il  PD e’ riuscito a fare cio’ che le destre non avevano potuto per l’opposizione dei lavoratori. Ricordate la difesa dell’art. 18 con la CGIL di Cofferati  e tre milioni di lavoratori al Circo Massimo? Ed oggi la stessa linea di Meloni e delle destre sull’invio delle armi in Ucraina? La Schlein su queato punto dirimente non ha cambiato di una virgola la linea di Letta. 

Tuttavvia ora c’e da sloggiare la destra da viale Trento e ci vuole il massimo di razionalita’ e pragmatismo. La legge elettorale truffa fa vincere chi fa alleanze larghe e punisce chi si divide.  La divisione fra centrosinistra e sinistra, per quanto giustificata dalla politica del PD, e’ irresponsabile se misurata con la necessita’ di battere la destra. Sarebbe un risultato non solo eccellente in Sardegna, ma segnerebbe una inversione di tendenza sul piano nazionale. Un primo duro colpo alla Meloni e ai suoi alleati e la loro supponenza. Questo esito cosi’ importante giustifica un accordo tecnico, un contratto in cui le parti mettono alcuni punti centrali della loro azione di governo: nuova legge elettorale, ampliamento delle potesta’ regionali sul governo del territorio,  sull’energia, sui traporti interni ed esterni, cio’ al fine di tutelare l’isola dall’assalto neocoloniale delle pale eoliche straniere perfino nei pressi della regia nuragica di Barumini. Poi c’e’ la questione delle basi militari. Vanno sloggiate e subito ridotte.  Qui si mettono i piedi sulla questione della pace e della guerra, senza reticenze e riserve.

Il contratto deve affrontare questi temi in modo chiaro. La sinistra non puo’ deflettere da questi punti caratterizzanti una politica di reale cambiamento.  La sinistra non puo’ essere ruota di scorta del PD ne’ un portatore d’acqua. Le esperienze del  passato con Soru e Pigliaru sono state devastanti e la sinistra non puo’ continuare a pagare dazio sull’altare del moderatismo del PD e dei suoi abituali alleati come i sedicentil progressisti.  Un contratto di governo dunque, di alto profilo  con un presidente autorevole, di specchiata moralita’ e linearita’ politica. Poi si puo’ costitiure un Comitato di garanti della esecuzione del contratto, onde evitare che ci sia, in caso di vittoria, chi si tira indietro e disattende i patti. Adesso un confronto politico pubblico potrebbe favorire lo sblocco della situazione e spianare la strada ad una proficua discussione senza pregiudiziali preclusioni.  Ci proviamo? Chi ci sta batta un colpo. L’adesione all’appello e’ aperta. Poi  promuoviamo un incontro serio e vediamo se riusciamo a mettere su’ un’alleanza vincente, fondata su un programma di reale cambiamento. Non far questo (e mi rivolgo anzitutto al PD) significa  votarsi piu’ che a una sconfitta ad una disfatta. Devono essere pero’ chiare le responsabilita’, che sono anzitutto del centrosinistra e dei Dem, che finora hanno diretto il processo. Il tempo dei giochetti e’ finito. Ora si fa sul serio. Davvero.