Gianna Lai
Dopo l’approvazione dell’Ordine del giorno presentato dal consigliere “Melis e più sui fatti avvenuti a Carbonia il 16 ottobre 1949”, in data 19 ottobre, il presidente Contu convoca il Consiglio regionale per discutere la mozione Lay, Tocco, Cocco Colia. “Il Consiglio regionale, venuto a conoscenza dei gravi avvenimenti verificatisi in Carbonia il 16 ottobre, avvenimenti che costituscono un’offesa alla dignità del Consiglio regionale, deplora che in occasione di un comizio, debitamente autorizzato, un consigliere regionale sia stato oggetto di maltrattamento e violenze da parte della polizia; decide di nominare una commissione per accertare le specifiche responsabilità individuali e chiede alla Giunta regionale: 1) di svolgere l’azione necessaria per la tutela della dignità e della autorità del Consiglio regionale e dei consiglieri; 2) di intervenire presso il governo per ottenere l’adozione di misure disciplinari contro i responsabili del fermo e degli oltraggi operati in Carbonia ai danni di un consigliere regionale, in modo da evitare, per l’avvenire, il ripetersi di fatti simili”. Giovanni Lay, illustrando la mozione, “rimarca che nessuno poteva arrogarsi il diritto di maltrattare e ingiuriare l’oratore… Il comizio era già stato sciolto da circa mezz’ora, con una carica violenta, lancio di bombe lacrimogene e colpi di calcio di moschetto da parte della polizia. Nella piazza ormai non sostava più nessuno. Dessanay… si era allontanato… in viale Gramsci….. per prendere posto nella macchina che lo avrebbe riportato a Cagliari… Le belve umane si scatenarono contro di lui,… egli venne gettato in terra e su di lui si infierì con pugni insulti e spinte…. Giunse il commissario di pubblica sicurezza che, fattosi largo… iniziò a interrogarlo e ad insultarlo con parole sconce”. E ordinò “che Dessanay venisse portato in una sala del bar Centrale, fatta appositamente sgomberare. Qui per due ore e mezzo il fermato fu insultato e svillaneggiato dagli agenti. Fuori in tutta la città, continuò intanto per due ore la caccia all’uomo… Dessanay non rispose… un brigadiere di pubblica sicurezza, mostrando un coltello a serramanico… -tu sei un delinquente come era colui al quale ho sequestrato questo coltello-. Dopo due ore e mezzo ritornò il commissario e - mettiti sull’attenti, chiaccherone fanfarone. Che cosa sei venuto a fare a Carbonia? Come ti chiami?-… Dopo tre ore e mezzo improvvisamente l’atteggiamento cambiò,… evidentemente qualcuno fece pervenire ordini precisi, si chiese scusa a Dessanay”, che “costretto poi a salire su una macchina, venne accompagnato a Cagliari da due agenti e… scaricato in periferia, nel rione di Sant’Avendrace. Conclude Giovanni Lay non sollecitando “la solidarietà per la persona di Dessanay,” ma chiedendo che i consiglieri si trovino uniti nell’elevare una protesta, alle autorità che vengano accertati i fatti e che sia punito chi ha arrecato a un consigliere una così grave offesa”.
Il 21 ottobre, seduta antimeridiana, l’onorevole Cerioni rileva la gravità del fatto “ed esprime a nome dei gruppi di maggioranza dolore e deprecazione per l’episodio”. Mentre l’onorevole Asquer, riferendosi all’intervento del Sottosegretario Marazza al Senato, sul fatto che il discorso di Dessanay era stato concordato col questore, e che il relatore non si mantenne nella linea concordata, “un questore può consentire che un discorso venga tenuto solo se vien concordato con lui? Per poi proseguire “Il comizio di Dessanay è stato sciolto con una carica violenta, dopo di che i poliziotti sono andati alla caccia dei cittadini nei bar e nelle strade. Si è entrati perfini nella sede del Partito sardo d’azione socialista e si son rovinate le suppellettili e son state malmenate le persone. E’ stata una vera e propria spedizione punitiva…. Il commissario… ha trattato Dessanay… come un fascista di Salò può trattare un compagno di coloro che han salvato quel po’ di libertà che ancora rimane in Italia”. Perciò il presidente della Giunta chieda al minstro l’allontanamento del commissario Pirrone, prosegue Asquer, riportando “anche le parole pronunciate dal prefetto, secondo il quale, a Carbonia, non si terranno più pubblici comizi dopo le dieci del mattino”
Nella seduta pomeridiana del 21 Ottobre, l’intervento dell’onorevole Morgana “Da Cerioni a Covacivich si è invocata la pace ma nessuno ha precisato se si intende per pace quella stabilita da Pirrone a Carbonia o quella che vorrebbe stabilire il prefetto di Cagliari col proibire nella città mineraria i comizi” E ricorda ancora il relatore che “la folla a Carbonia si era mantenuta calma durante il comizio e che pertanto nessuna giustificazione trova il comportamento della forza pubblica, che non ha esitato a maltrattare perfino le donne”.
E l’onorevole Sotgiu “I fatti di Carbonia… rappresentano una minaccia e una offesa a tutto il popolo sardo”, perciò il Consiglio ha l’obbligo di intervenire. “La storia insegna che uno dei primi passi per instaurare forme di regime totalitario, consiste nello screditare l’istituto della rappresentanza popolare… La Giunta chieda al governo severi provvedimenti contro il Commissario Pirrone per il suo arbitrario comportamento, solo così si potrà raggiungere quella serenità da tutti invocata”.
E il consigliere Zucca, presentando una mozione per promuovere una commissione di inchiesta, la città “non può essere più oltre lasciata in balia delle forze di polizia che attualmente la controllano”, chiede che quelle forze di polizia vengano allontanate dall’isola, convinto che “un sentimento di disprezzo verso la Sardegan sia stato il movente del comportamento bestiale delle forze dell’ordine di Carbonia”.
Crespellani, infine, presidente Giunta, “Dessanay nel suo discorso ha condotto un forte attacco alla polizia,… il commissario Pirrone, ritenendo che il fatto costituisse reato, ha ordinato lo scioglimento del comizio. Vi è stata una qualche resistenza da parte della folla”, dunque “è necessario che sui fatti di Carbonia decida la Magistratura”. Subito dopo Giovanni Lay, rivolto direttamente a Crespellani, si dichiara deluso e si sofferma quindi a criticare l’atteggiamento del prefetto di Cagliari, “il solo tra i funzionari nominati in periodo di Comitato di Liberazione Nazionale che sia rimasto ancora in carica” A Carbonia, attualmente, regna il terrore, mentre i minatori organizzano “la difesa delle loro miniere e non vogliono che continui il regime di terrore. Solo una commissione d’inchiesta potrà ridurre a più miti consigli coloro che non intendono accettare la nuova realtà”.
Ma la Regione non avrebbe promosso alcuna commissione di inchiesta, mentre il prefetto insediato il 10 ottobre, già funzionario ai tempi del Comitato di Liberazione, così si esprime sui disordini cittadini e sulle interrogazioni: dopo lo “scioglimento del comizio del consigliere regionale professor Sebastiano Dessanay a Carbonia, proteste delle parti di sinistra, interrogazioni in Senato e in Consiglio regionale. Due le finalità raggiunte dalla sinistra intese a dimostrare un presunto atteggiamento illegale della polizia e ad allontanare da Carbonia il commissario Pirrone che, per il suo carattere era riuscito a infondere fiducia a quei partiti e a quegli ambienti che, in precedenza, avevano sentito la preponderanza comunista.”
1 commento
1 Aladin
11 Giugno 2023 - 01:04
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=144839
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