Andrea Pubusa
Per un caso, la polemica sulla vernice lavabile lanciata sulla facciata d’ingresso del senato è avvenuta in contemporanea con il film in TV sulla lotta del generale Dalla Chiesa contro le brigate rosse. Abbiamo così avuto un ricordo di cosa avveniva in Italia mezzo secolo fa. Un film istruttivo per i giovani e meno giovani di oggi. Non c’era mattina che giornali radio e TV non informassero di rapimenti, gambizzazioni, uccisioni, violenze. Innocenti che subivano proditoriamente e senza pietà questi atti criminali di sopraffazione senza poter reagire e senza difesa. Fu la mobilitazione dei lavoratori sopratutto dopo l’uccisione Genova dell’operaio comunista Guido Rossa, che scatenò una reazione nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nelle università e nel paese tale da togliere l’acqua intorno ai pesci brigatisti.
Perché ricordo questa storia? Perché dovremmo essere grati ai giovani che oggi pongono problemi di vitale importanza per il futuro del pianeta e per noi tutti, con forza, irriverenza, ma anche in modo assolutamente non violento. Si tratta di azioni dimostrative, volte ad amplificare l’attenzione dei media, urticanti, se vogliamo, ma in nessun caso volti a far male ad alcuno o a provocare danni irreversibili. Anche i quadri di Van Goog sono stati imbrattati nel vetro. Mi paiono pertanto fuor di luogo le reazioni forti e stizzite, tipo quella di La Russa, che auspica pene esemplari e dice addirittura di volersi costituire parte civile per il Senato nel processo che auspica contro quei simpatici giovani che hanno spruzzato vernice sul portone del senato, preoccupandosi anche che fosse lavabile e facilmente asportabile. Mi pare di ricordare che La Russa alla loro età facesse parte a Milano di gruppi di picchiatori neri protagoista di gesta non proprio raccomandabili.
Confesso, da sempre, le azioni dimostrative, pacifiche mi sono piaciute Spesso mostrano fantasia, irriverenza e mettono in luce la pesantezza dei vecchi parrucconi che mettono alla berlina. E non è neppure vero che questi giovani non conoscono il valore di Van Gogh o la funzione delle istiruzioni, di cui anzi chiedono l’impegno a salvaguardia di valori fondamentali. Ma cosa ci vogliamo aspettare da chi confonde gli amplificatori di musica coi mitra e dei giovani che si riuniscono per stare insieme e ballare con coloro che formano bande violente. Più duri coi giovani dei rave, che si incontrano in capannoni dismessi che con coloro che si danno appuntamento nelle autosrade non per sentire musica ma per assalirsi con armi e bastoni. Insomma, su mundu furriau fundu a susu sentenziavano i vecchi sardi. Si dice e si fa il revescio di quanto si dovrebbe e sarebbe ragionevole dire e fare.
1 commento
1 Aladinpensiero
13 Gennaio 2023 - 20:24
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