Andrea Pubusa
(il cappannone abbandonato di Modena)
Si dice che c’è un eccesso di legislazione. Troppe leggi difficili da intepretare, aumento del contenzioso, crisi anche della giustizia. Versiamo in questa situazione anche nei caso dei rave? Probabilmente sì. Fermo restando che la libertà di riunione è disciplinata dall’art. 17 Cost. e che il legislatore ordinario non può toccarlo e neanche quello costituzionale in termini restrittivi, posto che si tratta di uno dei diritti fondamentali e inviolabili ai sensi dell’art. 2; essendo connaturato al carattere democratico dell’ordinamento e alla sovranità popolare, si può solo modificare la disci4plina che attiene interessi pubblici di contorno. Per esempio, si è detto che lo stabile è pericolante. Bene, se è così, esisttono organi amministrativi preposti alla tutela di questo interesse pubblico e leggi e regolamenti che dicono quando e come si deve procedere. Non c’è solitamente bisogno di altre leggi. Occorre attuare con solerzia quelle esistenti. Qualcuno spaccia o assume droghe? Si deve procedere al sequestro o arresto secondo quanto previsto dalle leggi. Anche nelle manifestazioni, se c’è qualcuno che si presenta armato, lo si isola e lo si estromette, ma certo non si scioglie la manifestazione pacifica degli altri partecipanti, di solito anche di gran lunga più numerosi.
Faccio un esempio. Dove vado al mare, c’è una discoteca o forse due. La seconda sta oltre il golfo in una spiaggia lontana, eppure spara musica che si sente altissima in tutto il golfo e lo fa dalle 24 alle 6. L’altra, più vicina alle abitazioni, fa altrettanto. Bene esistono norme che fissano l’entità del suono e gli orari. Ma nessuno li rispetta. Esiste la ASL per la misurazione, esiste il Comune per fissare gli orari di esercizio. Nessuno interviene. Gli esposti non sortiscono effetti. Si abbassa il volume al momento del controllo e poi si riprende tutto come prima. E il decoro dei luoghi? Facile immaginare. Bottiglie e vetri dappertutto, cartacce in ogni dove. Ora anche qui le norme spesso non c’entrano, o meglio rilevano perché vengono violate, ma chi deve prevenire o reprimere è l’amministrazione, che di solito non interviene. Per la sporcizia, forse basterebbe imporre ai titolari delle discoteche la pulizia immediata dei luoghi. Per la musica far rispettare le regole sui volumi e gli orari modificandoli solo se necessario fino a renderli accettabili. Che c’entrs la disciplina sulle riunioni e sui rave? E’ solitamente l’amministrazione che latita. Come per la chiusura degli Uffizi nelle feste dei morti. Si deve aumentare l’organico, ma se scarseggia, la vacanza i dipendenti la fanno in altra occasione, non quando si prevede che il museo sarà meta di molti turisti. Qui è evidente che anche i dipendenti del museo hanno fatto ponte, in danno dell’interesse pubblico alla fruibilità della struttura.
Per il rave in luoghi abbandonati o incustoditi, bisognerebbe acquisire la denunzia dei tirolari, Ma spesso l’abbandono è frutto di repentino spostamento all’estero dell’azienda. E allora sorge spontaneo il quesito, perché lasciare queste strutture fatiscenti e di nessuno. Bisognerebbe abbatterle o assegnarle ad altri. Se manca la legge si deve farla, ma di solito si può intervenire perché le norme gia’ esistono. Torniamo così all’amministrazione. E’ qui che bisogna intervenire più che sulle leggi e tantomeno sulla Carta. Organizzazione, buon andamento, efficienza, efficacia, economicità, le mitiche tre e! Ma è un lavoro duro e oscuro. Meglio fare un pò di propaganda. Come fanno tutti, e ora fa la Meloni. Per qualche voto in più.
1 commento
1 Aladinpensiero
4 Novembre 2022 - 09:14
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