Lettera aperta al Presidente della Camera On. Lorenzo Fontana ed a tutti quelli che credono che il mondo sia sempre come ci appare

31 Ottobre 2022
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Rosamaria Maggio

Il libro della Dr.ssa Antonella Viola,” Il sesso è (quasi) tutto”, ed. Feltrinelli, è stato un viaggio affascinante nella evoluzione della specie umana e nella sua diversità.
Come lei dice, abbiamo creduto per secoli che la Terra fosse il centro dell’Universo e che tutto le girasse attorno. Poi, con la rivoluzione copernicana, questa certezza è stata messo in discussione. Il Sole è al centro e tutto, anche la Terra, gli gira intorno.
Questa scoperta ha cambiato la storia dell’uomo.
Soprattutto è cambiato l’approccio.
La scienza cambia la storia tutte le volte che apporti scientifici ci fanno vedere in modo diverso ciò che vediamo ad occhio nudo, perché per vedere oltre ci vuole il microscopio.
La visione binaria del mondo, divisa in maschi e femmine, non spiega tutte le sfumature del mondo umano. Occorre guardare più a fondo per non cadere nell’inganno.
La definizione di sesso biologico si fonda, negli esseri umani, sul patrimonio genetico, gli organi genitali ed il quadro ormonale.
Circa l’1,7% degli esseri umani nascono con caratteri sessuali che non corrispondono alle nozioni binarie del corpo maschile e femminile. Per cercare di riportare a questa distinzione, occorre sottoporre i bambini ad interventi che possono essere traumatici. Vi sono poi tutta una serie di sfumature con alterazioni del corredo cromosomico ed ormonale che non possono far ricomprendere esattamente tutti gli esseri umani nelle caratteristiche tipiche dei due sessi.
Occorre, dice la Dr. a Viola, compiere quella rivoluzione culturale che ci consente di aprire la mente, di andare oltre schemi culturali prefissati ed in ciò può aiutarci la scienza.
Se da un lato la cultura ha strumentalizzato le differenze, dall’altro la scienza le ha ignorate.
La medicina è stata fondamentalmente dei maschi bianchi per i maschi bianchi. E la rivoluzione può iniziare con la medicina di genere e cioè la medicina che si occupa delle differenze fisiologiche legate al sesso. La biologia ci insegna che il sesso è nato come opportunità di miglior adattamento all’ambiente che cambia velocemente. Occorre avere occhi nuovi per riconoscere le differenze.
La vita si fonda sulla spinta alla riproduzione. Ma quando possiamo dire che c’è vita?
Dice la prof. Viola che a suo parere la migliore definizione di vita è quella di Gerald Joyce, biologo consulente per la NASA, che alcune decine di anni fa ha definito “vita” un sistema in grado di autosostentarsi, di riprodursi, di avere la possibilità di trasmettere il proprio patrimonio genetico. Secondo questa definizione, neanche i virus possono definirsi esseri viventi perché per riprodursi hanno bisogno di una cellula. Anche questa definizione si è rivelata insoddisfacente perché, ad esempio, ci sono i muli che essendo animali ibridi sono sterili e non possono riprodursi, ma è indubbio che siano esseri viventi.
E’ certo che la riproduzione sia il mezzo per trasferire il patrimonio genetico, anche se siamo lontani da una definizione di vita. Fra le ipotesi che si fanno, c’è quella che partendo dal DNA si trasmette il codice genetico. Che serve a creare proteine.
Tutte le cellule dipendono dalle proteine. Per leggere il codice genetico occorre un traduttore che è l’RNA che ha il compito di leggere quel pezzo di DNA che porta le istruzioni per generare una specifica proteina.
La storia della vita è una storia piena di errori. Fleming scoprì la penicillina perché aveva messo in coltura delle colonie di batteri che aveva dimenticato e quando si ricordò osservò che laddove si era formata della muffa verde, i batteri erano spariti. Fleming capì l’importanza degli errori.
La diversità del nostro mondo dipende dai continui errori che si sono accumulati nella trasmissione dell’informazione genetica.
Esistono due modi di trasferire il patrimonio genetico: la riproduzione asessuata in cui avviene una specie di clonazione e riguarda i batteri, funghi, piante e animali. La riproduzione sessuata che consiste nel mescolamento di informazioni genetiche che provengono da fonti diverse.
A questo punto, nasce il mondo binario. La Dr.a Viola si pone la domanda del perché esista il sesso. La prima riproduzione comparsa è quella asessuata perché è semplice e vantaggiosa. Ogni organismo può generarne un altro trasferendo tutto il suo patrimonio genetico, mentre un organismo che si riproduce sessualmente trasferisce solo il 50% del suo DNA.
Perché la riproduzione sessuata è diventata così diffusa?
Ci sono diverse risposte:1) la riproduzione sessuata consente un più rapido adattamento all’ambiente;
2) le mutazioni sfavorevoli nelle riproduzioni sessuate determinano rimescolamenti casuali che tendono ad eliminare più facilmente le mutazioni svantaggiose;
3) La riproduzione tra sessi garantisce una migliore protezione dai parassiti.
Il sesso, durante l’evoluzione, nasce per impedire a due gameti identici di unirsi. Occorre che le informazioni dei gameti siano differenti e perché questo accada è necessario che questi provengano da soggetti diversi. Le differenze tra gameti maschili e femminili hanno determinato anche delle differenze comportamentali fra i sessi.
I maschi producono più gameti e quindi hanno più capacità di riproduzione il che li rende più aggressivi e competitivi. Un eccesso di competitività tende a ridurre la fertilità e la sopravvivenza delle femmine, come si osserva nel mondo animale in alcune specie. Il che può comportare che più risorse si investono nella competizione, meno ne verranno utilizzate per la sopravvivenza e la cooperazione.
Il libro spiega il significato biologico dell’accoppiamento, della necessità dell’attrazione sessuale, della maggiore o minore monogamia nel mondo animale (gli uccelli sono monogami al 90%, gli umani molto meno). Diciamo che maggiore è la cura necessaria per crescere la prole da parte del maschio, maggiore sarà la probabilità di stabilità della coppia. La scienza cerca di spiegare anche il perché dell’innamoramento che sembra legato più all’olfatto che alla vista.
Non solo, ma anche la determinazione del sesso è il risultato di una cascata di sequenza molecolari che rendono labile la distinzione binaria fra maschi e femmine. Il sesso anagrafico è binario, quello biologico non sempre. La condizione di intersessualità può interessare un bambino ogni 100. Il numero di bambini con caratteri intersessuali è più o meno pari al numero di persone con i capelli rossi. Così come accettiamo le sfumature dei colori dei capelli, dobbiamo accogliere le gradazioni della sessualità.
Altro tema trattato è quello delle differenze di sesso e di genere, cui consegue la medicina di genere che si occupa di studiare le differenze esistenti tra i due sessi circa la tipologia delle malattie e la loro cura.
Vi è un organo in cui la differenza di genere non influisce e questo è il cervello (malgrado le differenze di dimensioni).
La biologia ci sta mandando un importante messaggio: tutto è in continuo mutamento.
L’intelligenza si è evoluta per rispondere ai cambiamenti ed essere in grado di interpretare il mondo. L’intelligenza non può che essere flessibile, deve cioè saper cogliere l’inatteso, senza restare ferma ai propri pregiudizi. Dobbiamo cioè superare il BIAS cognitivo (cioè il giudizio e la valutazione fondata sulla creazione di una realtà soggettiva che si allontana dai fatti e dalla razionalità’(come è accaduto durante la pandemia). Secondo l’autrice si è creata una fattura tra scienze naturali e umane. Occorre ritrovare una contaminazione di saperi, evitando l’eccesso di specializzazione e quindi l’isolamento.

BIAS -In italiano pregiudizio -Termine di origine incerta, forse francese

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