Andrea Pubusa

E’ deciso e sicuro Melenchon quando dice che Unione popolare ce la fara’. E cita se stesso: mi hanno dato per spacciato tante volte, era la propaganda avversa, il portato del voto utile, ma il malessere sociale creato dalle politiche neoliberiste e’ tale che la gente comune sente l’esigenza di un cambio di passo radicale. Per il leader della sinistra francese non e’ alternativo chi in un modo  o nell’altro si e’ lasciato trascinare nel pasticcio del governo Draghi, con le sue politiche antipoplari, belliciste e subalterne a USA e NATO.  Unione popolare’, a differenza dei 5 Stelle, e’ del tutto fuori da questo perimetro. Insomma, bene che Conte si sia ravveduto, ma non offre le garanzie di De Magistris. E delle forze di “sinistra” in lista col PD, Malenchon parla con sarcasmo: vendono le loro posizioni per un seggio. Il contrario di cio’ che e’ necessario oggi. Il capolista di Unione popolare, da questo punto di vista, ha esperienza e fermezza politica da dare affidamento sulla costruzione di una sinistra alternativa in Italia come ha fatto lui, Melanchon, oltralpe.
C’e’ necessita’ di una forza che ridia voce e rappresentanza ai lavoratori, ai ceti subalterni, ormai senza speranza che si rifuggiano nell’astensione. Ed anche questa apparente scelta e’ indotta dalle forze neoliberiste che preferiscono un elettorato ridotto. Si torna al diritto di voto limitato si ricchi e benestanti come nel’Ottocento, cancellando le battaglie per l’allargamento dell’elettorato attivo ad opera dei socialisti.
Per Melenchon c’e’ un’opera di ricostruzione dal basso da fare, che richiede scellte nette, radicali, senza amicamenti o compromessi,  bisogna tornare sui  temi sociali alla lotta dura. Ed anche sull’assetto democratico occorre demolire il sistema che ha escluso vaste aree dalle decisioni. In Italia cio’ che assomiglia a France insoumise  - sostiene il leader frsncese  - e’ Unione popolare e De Magistris puo’ essere il Melenchon nostrano. Puo’ ribaltare i pronostici.
Parole sue sante!