Andrea Pubusa
Non mi stanchero’ di dargliene atto. Grillo ha realizzato una cosa che nessuno ha fatto e pensato: senza chiedere nulla per se’, ha creato un movimento capace in pochi anni di vincere le elezioni, raggiungendo percentuali che solo i grandi partiti del Novecento avevano spuntato. Ma il PCI aveva un diffuso radicamento sociale, aveva fatto la Resistenza, aveva con se’ un forte sindacato ben organizzato, al contrario del M5S che aveva solo il web. E la Dc? Aveva dietro la Chiesa con la sua struttura capillare in ogni paese e citta, la piu’ antica e formidabile gerarchia d’occidente. Non si puo’ negare: un vero capolavoro politico quello di Beppe. Non ho mai capito le reazioni stizzite o, addirittura, di odio viscerale di tanti compagni verso una forza che portava tanti valori della sinistra, da guardare con simpatia.
Sconvolgenti e nuovi anche gli obiettivi. Reddito di cittadinanza, questione morale, giustizia, tutti argomenti sempre agitati a parole dagli altri ma mai messi in opera.
La forza del Movimento e’ stata anche la sua debolezza. In fondo si e’ visto che molti di coloro che gridavano contro il politicismo, criticavano la politica come professione, in fondo si volevano sostituire a quelli che gia’ erano inchiodati al seggio e fruirne i vantaggi. La regola dei due mandati ne e ‘ stata la riprova. Piu’ di 60 hanno lasciato Conte per continuare e cosi’ la regola che li ha favoriti e’ diventata l’ostacolo da schivare. Con un profilo morale inquietante: fare cio’ che si e’ giudicato eticamente negativo negli altri e su cui si e’ stati votati ed eletti. Ed anche qui, come non vedere la dirittura di Grillo? Tiene ferma la barra dei due mandati. Eppure ci son persone che il terzo lo hanno meritato sul campo. Prendete Fico. Come ha svolto con onore e dignita’ l’incarico di presidente della Camera! E istintivamente ti vien da pensare ad una deroga. Come fai a privare la Camera di una persona che ha cosi’ bene operato? E la sua compostezza rispetto alla non candidatura conferma lo spessore del personaggio.
La regola dei due mandati non e’ stata una invenzione di Grillo. Esisteva anche nel PCI, ma con un andamento incerto. Era prevista la deroga e siccome questa riguarda dirigenti forti, quasi sempre si derogava. Occorrevano maggioranze qualificate e quando si voleva si raggiungevano con forzature, cosi a Cagliari si rimisero le schede nell’urna e si continuo’ a votare anche se il tempo era scaduto.
Da questo punto di vista si puo’ capire la rigidita’ di Grillo. Quella e’ una regola che, per vigere, non deve ammettere deroga o eccezioni, altrimenti rimane sulla carta.
Il divieto di tre mandati fa bene? Fa male? Fa perdere energie preziose? Bah! Non si sapra’ mai con esattezza. Non esiste la controprova. Certo e’ che tutti quei falsari che hanno seguito Di Maio e quelli che sono usciti prima, per essere ricandidati o per tenersi interamente l’indennita’ contro cui prima strillavano, si son tolti di mezzo. Privarsi cosi’, d’un colpo, di tante merde, di tanti imbroglioni non e’ risultato di poco conto.
2 commenti
1 Aladinpensiero
31 Agosto 2022 - 08:02
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=136459
2 aldo lobina
31 Agosto 2022 - 19:19
“Privarsi cosi’, d’un colpo, di tante merde, di tanti imbroglioni non e’ risultato di poco conto.”
E’ un bel dire, professore! Non si può comunque ascrivere a risultato positivo quello che è frutto di scelte di persone evidentemente “sbagliate”.
Risposta
Il giudizio e’ forte. Ma come chiamare chi chiede e ottiene il voto su una linea di rigore e poi fa l’esatto contrario, tradendo la fiducia degli elettori? In democrazia e’ un peccato imperdonabile
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