A.P.
E’ passato troppo poco tempo da quando Di Maio, ripetendo le parole di Grillo, parlava di un modo nuovo di far politica di moralita’ e di rigore. Molti lo hanno apprezzato per questo, vedendo in lui e in altri giovani pentastellati una nuova leva politica su cui contaŕe. Che dire oggi, quando, a distanza di poco tempo, dice e fa l’esatto contrario? Oggi che fa addirittura una una scissione. C’e’ poco da girare. Si puo’ dire che e’ un quaraquaqua, uno dei tanti che ha predicato la virtu’ quando virtuosi dovevano essere gli altri e si ritiene esente quando le regole si applicano a se stessi. I limite dei due mandati, ad esempio. Puo’ darsi che sia eccessivo, che qualche deroga in casi ben delimitati sia opportuna e utile, ma uno stop alla politica come carriera e’ sacrosanto, tempera il degrado, facilita il ricambio che e’ un bene in se’. Ora, Di Maio dimentica tutto questo e si offre alle piu’ degradate forme della bassa politica, mostrando scarsa gratitudine a Grillo che lo ha tolto dal piu’ griggio anonimato. E con lui i suoi seguaci, tutti al seccondo mandato.
Conte non fa parte dei grillini della prima ora, ma ha aìdato buona prova. Sopratutto nel secondo governo ha avuto un graande consenso, che ancora rimane vivo. Con lui il movimento, così sgangherato e tormentato, mantiene una certa credibilità. Cosa sarebbe stata del resto l’Italia dei poveri senza il reddito di cittadinanza e il Paese senza i fondi per il PNRR? Anche la pandemia è stata affrontata con un rispetto accettabile delle regole istituzionali. E’ stato mantenuto, pur con qualche ombra,una ricerca di dialogo col paese e col parlamento. Un presidente, Conte, che è piaciuto per il suo stile e il suo garbo, in un mondo dove si preferisce gridare e spararla più grossa, senza coerenze.
Insomma, data la poverta’ dell’offerta politica italiana, Conte sembra preferibile a molti dei suoi concorrenti.
1 commento
1 Aladinpensiero
22 Giugno 2022 - 11:08
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