Rosamaria Maggio
In preparazione della “Giornata sulla violenza di genere” del 27 prossimo, ecco un’interessante riflessione sull’argomento
50 anni fa, quando le ragazze come me crescevano, una delle urgenze che sentivamo era quella di conquistare spazi di autonomia, libertà ed anche liberazione sessuale. Anzi, della liberazione sessuale avevamo fatto una battaglia ed una bandiera. Ho sempre pensato che per me i tempi non fossero maturi, anche perché nata in una famiglia conservatrice e severa, ma pensavo che si fosse aperto un varco per le nostre figlie e nipoti.
Oggi ormai nonna, rassegnata ai miei condizionamenti, speravo di vedere un altro film per le mie discendenti. Ed invece vedo che i femminicidi non accennano a diminuire, sia nei paesi in via di sviluppo che nei paesi cosiddetti sviluppati come il nostro, anzi rappresentano un dato in costante crescita nel paese.
Dai racconti delle giovani ragazze, apprendo la costante degli abusi sessuali per azioni di ragazzi nei confronti delle ragazze, che convinte della loro autonomia e libertà non si accorgono di essere oggetto delle voglie animalesche dei loro amici. Il caso “Grillo”, così enfatizzato dai media, ne è un esempio. La diffusione dell’uso delle droghe dello stupro è un ulteriore segno. E ancora è di oggi la notizia di una 13enne violentata dal branco.
Ho insegnato per anni nella scuola superiore ed ho incontrato tante adolescenti. Si sentivano amate da un partner che faceva loro scenate di gelosia o vietava loro di avere un profilo facebook.
D’altra parte come può un ragazzo crescere col valore del rispetto della donna se suo padre gli insegna il machismo sia a casa che fuori? Ed una ragazza che vede nella relazione fra i genitori svilupparsi lo stesso stereotipo, come può imparare a rispettare sè stessa?
La tragedia che viviamo con i nostri ragazzi, maschi e femmine, è segno di una mancanza di valori generalizzato. I nostri ragazzi continuano a crescere, come e più di prima, con la convinzione di essere il sesso forte, che le loro voglie devono essere soddisfatte, senza una riflessione sui propri desideri, sulla propria fisicità, intimità ed emotività. Non è un problema di cui il maschio sembra volersi far carico.
Le ragazze poi dal canto loro, erroneamente interpretando la maggiore libertà anche in termini di rapporti familiari meno repressivi, pensano di giocare ad armi pari col partner di una serata. Forse poco consapevoli della diversa fisicità, della delicatezza degli organi femminili, delle conseguenze eventuali su questa diversa fisicità (le gravidanze riguardano le donne).
Vivo con tristezza ed impotenza tutto questo. E francamente mi sembra che il tema non sia all’ordine del giorno né della politica, né del legislatore e neanche del mondo femminista.
Non c’è solo il femminicidio del corpo. C’è anche quello dell’anima, dell’emotività e della sessualità.
E francamente il tema delle quote rosa, di una equa rappresentanza nella politica e di una maggiore partecipazione alla vita lavorativa da parte delle donne non mi appassionano, se viene ignorato il problema della violenza sulle donne, quella sottile, di una festa il sabato sera, di una gita con gli amici, di una giornata al mare.
Se non si risolve questo problema educativo dei ragazzi e delle ragazze, difficilmente una ragazza violata, non rispettata, sottomessa, potrà maturare l’autostima sufficiente per partecipare alla vita sociale e politica del paese così come è normale per i ragazzi.
1 commento
1 Aladinpensiero
9 Novembre 2021 - 08:41
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