Elezioni: scampato il pericolo di destra, si torna al moderatismo PD. Che noia!

6 Ottobre 2021
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Andrea Pubusa

Chi ha vinto? Chi ha perso? E’ innegabile che al pimo turno abbia vinto il centrosinistra e perso il centrodestra. E’ indubbio che Salvini ha preso una botta forse esiziale e hanno vinto la Meloni e Berlusconi (Calabria). Ma la valutazione va rimandata all’esito dei ballottaggi. Roma sopratutto sarà decisiva nel giudizio finale.
Nell’ambito del centrosinistra riprende centralità il PD e assume una posizione subordinata il M5S, penalizzato dai risultati di Torino e Roma. In particolare Virginia Raggi, seppure. a mio avviso, immeritatamente, è arrivata quarta, molto lontana quindi dal ballottaggio.

In termini generali cosa si può dire? Che tira aria di restaurazione, la ventata di novità introdotta nel paese dall’incasinatissimo movimento di Grillo, si affievolisce, torniamo a su connottu, alla sonnolenta situazione in cui il PD, senza le follie di Renzi, ma sotto la guida del pacato Letta, detterà la linea. Certo, c’è grande sollievo nel vedere che Salvini affonda, anche se la Meloni non è meglio, ma s’intuisce che il centrosinistra a trazione PD non sarà innovativo e attraente. E Conte è una brava persona, ma non è Grillo.
L’Italia sembra tornare al moderatismo centrista a-costituzionale, ma non anti-costituzionale. La Repubblica, anziché fondata sul lavoro, sarà ancora fondata sul mercato e sull’impresa, l’uguaglianza sarà ancora una chimera a favore di ricchi e abbienti, l’ambiente sarà oggetto di comizi domenicali e talk show vari, del bla bla bla della giovane Greta Thunberg, ma si continuerà ad inquinare, il malaffare sarà ancora imperante. Insomma, chi ritiene che l’Italia non abbia mai avuto un sussulto profondamente innovatore e qui stia la ragione dei suoi mali, deve ancora aver pazienza e aspettare, sperando che non vada peggio. Del resto il moto risorgimentale ha mantenuto la sua onda alta per soli trent’anni e la Resistenza anche meno, riassorbita dal moderatismo a-costituzionale di De Gasperi. I partiti che liberarono il paese dal fascismo sono scomparsi e le generazioni dai 50 anni in giù non sanno granché della politica organizzata e neanche cosa può essere una efficace azione sindacale. Il Pd, in fondo, interpreta bene questa situazione stagnante.

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