L’asse M5S/PD non s’ha da fare! Musi gialli kapput. PD al centro rivolto a destra

6 Marzo 2021
1 Commento


Andrea Pubusa

Ha detto bene Codonesu nel post di ieri. La vicenda odierna sembra una replica, con immancabili varianti, di quella che condusse al siluramento di Bersani e di Prodi nel 2013. Bersani fu incaricato di formare il governo, ma subito disarcionato senza neanche consentirgli di tentare il voto parlamentare, Prodi fu colpito dal fuoco amico con ben 101 potenti pallettoni sparati dal muretto a secco. Fatti fuori per quale colpa? L’avere sia il primo che il secondo chiuso a B. e aperto all’emergente M5S. Le centrali finanziarie e bancarie della UE avevano deciso che l’Italia non dovesse uscire dal recinto dei seguaci acritici delle politiche liberiste e austere europee. I musi gialli ,con le loro critiche a quella politca, non offrivano le garanzie e gli affidamenti ritenuti necessari per inserirli anche con un semplice appoggio esterno nell’area di governo. Sappiamo come è andata e quali disastri ha portato quella forzatura con al centro Napolitano e, dietro le quinte, Renzi (e B.).
Oggi, la situazione è mutata ma la musica è la stessa, come incisivamente mette in luce Tonino Dessì in un commento di ieri.  il PD e il M5S si sono alleati, hanno formato insieme un governo, con un presidente del consiglio molto popolare, mite e dialogante. Si andava profilando un’alleanza per stabilizzare uno schieramento concorrente della destra; questa prospettiva andava spezzata prima che avesse gambe. Ed ecco di nuovo il guastatore all’opera (con l’immancabile B. a supporto). Giù il governo Conte, in sella Draghi, massimo referente in Italia dei settori finanzairi e bancari continentali: uno schieramento M5S/PD non s’ha da fare! Al M5S in difficoltà va dato il colpo di grazia. Eppure i musi gialli sono rientrati nel perimetro europeo, hanno votato Ursula Gertrud von der Leyen, pur mantendo una posizione autonoma molto proiettata sul versante dello sviluppo in chiave ambientale e sociale.
Stando così le cose, è evidente che Zingaretti va sostenuto nell’ottica di sbarrare la strada alla destra, strutturando uno schieramento di centrosinistra, insoddisfacente certo, ma l’unico in grado oggi di contendere al centrodestra il governo. Le forze contrarie in campo sono potenti, perché comprendono anche un’area consistente del PD. Solo la vittoria di Zingaretti può portare nelle prossime elezioni politiche la formazione di gruppi parlamentari PD coerenti con la prospettiva del centro sinistra. Certo Zinga e gli altri dovrebbero dire e fare qualcosa di sinisrra, se non come può andare avanti il progetto?
La partita è importante per il futuro del Paese, e pertanto tutti noi, anche fuori dal PD  dal M5S, dobbiamo ritenerci coinvolti.

1 commento

Lascia un commento