Andrea Pubusa
I fatti sono noti. Solinas, lo scorso anno, ha già evocato l’idea del passaporto sanitario per chi vuol venire in Sardegna. Proponeva di aprire la Sardegna solo ai turisti muniti di idonea documentazione medica anticovid. Forse parlare di “passaporto sanitario” era eccessivo, tutti gli saltarono addosso. Il ministro Boccia insorse, seguito più o meno da tutti i media. Sala minacciò ritorsioni. Un coro scomposto e indecoroso, fondato su basi fragili. In realtà Solinas utilizzò impropriamente il termine “passaporto” per riferirsi ad una attestazione medica che garantisse l’assenza di contagio. Non intendeva, forse, adottare egli stesso il provvedimento, certamente illegittimo per contrasto con l’art. 120 Cost., più semplicemente pareva invocare un intervento statale ammesso dall’art. 16 Cost, che proprio per motivi di sanità e sicurezza pubblica prevede che lo Stato con legge possa limitare la libertù di circolazione e soggiorno. Una previsione pensata proprio per situazioni quali quella creata dal Covid. Si poteva dunque ragionare pacatamente, anche perché la proposta mirava a tutelare i sardi dal virus, nell’isola, al tempo, quasi inesistente. Non fu così: Solinas e il ministro Boccia alzarono i toni, e i sardi hanno subito le conseguenze di un insensato braccio di ferro.
Ora Solinas ci riprova. Ma è passata molta acqua sotto i ponti. I disastri della libertà incondizionata di movimento si sono visti. Limitazioni della circolazione fra regioni sono state gia’ sperimentate. E’ corretto lasciare che, in un’isola poco colpita dai contagi, ora di nuovo a diffusione limitata del virus, si possa entrare liberamente? La risposta è intuitivamente negativa. Sembra ragionevole pretendere un controllo medico preventivo. La limitazione rientra perfettamente nella previsione dell’art. 16 Cost., e indubbiamente tutela la salute pubblica dei sardi. Rimane la questione della competenza, su cui l’art. 16 e l’art. 120 Cost. non lasciano spazi per un intervento regionale che non sia almeno concordato, in base alla legge statale, col governo. Tuttavia questo problema, riguardando organi pubblici, non deve essere motivo di scontro nei media e tantomeno nelle aule di giustizia, occorrerebbero accordi che risolvano anche i delicati profili di fattibilità giuridica. Stiamo parlando dell tutela della salute e della libertà di circolaione e soggiorno non di noccioline, è giusto e doveroso essere rigorosi, e, dunque, occorre una fattiva e leale collaborazione fra gli organi interessati. Solinas deve porre il problema al governo e ricercare insieme ai ministri competenti una soluzione concordata. Non è il Tar la sede per la soluzione di questo problema.
1 commento
1 Aladinpensiero
17 Febbraio 2021 - 08:44
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=119004
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