Andrea Pubusa
Conte non lascia, rilancia il progetto e l’alleanza. Questo è il succo del messaggio di questo pomeriggio davanti a Palazzo Chigi. Ancora niente ipocrisie: “Ci vuole un governo politico” perché la situazione grave del paese impone scelte politiche, non meramente tecniche.
Poi rivolto “agli amici del Movimento 5 stelle: io ci sono e ci sarò”. Quindi Conte tiene il campo. E “agli amici Pd e di Leu” che dice? Dice che bisogna mantenere e rinsaldare l’alleanza sul progetto politico già enucleato: “dobbiamo lavorare tutti insieme perché l’alleanza per lo sviluppo sostenibile che abbiamo iniziato a costruire è un progetto forte e concreto”. ”Le urgenze del Paese richiedono scelte politiche, non possono essere affidate a squadre di tecnici”. Quindi Conte non smonta le tende, non invita a rompere le riche. E lo fa in una conferenza stampa, che, anche per le modalità di svolgimento (tavolo all’aperto), vuole essere quella di un capo di un movimento o di una coalizione più che di un premier uscente.
I commentatori si sono sbizzarriti, mettendo in luce sopratutto una pretesa acquiescenza di Giuseppi alla forzatura di Mattarella nell’incaricare Draghi. Scusate, può darsi che sbagli, ma a me pare l’esatto contrario. Secondo me Conte ha detto, col suo solito garbo, più o meno così: “il nostro progetto e la nostra alleanza è stata imopinatamente interrotta, noi dobbiamo mantenerli in piedi, perché di uno schieramento politico che si consolida ha bisogno il paese, non di estemporanei tentativi con pretesi salvatori della patria. Come dargli torto?
2 commenti
1 Aladinpensiero
4 Febbraio 2021 - 20:24
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=118289
2 Giorgio
4 Febbraio 2021 - 23:53
Credo che a Conte vada riconosciuto il merito di aver guidato il governo in un momento di gravissima emergenza. Sono state fatte molte cose buone ma anche molti errori. Sul fronte sanitario non c’era un piano pandemico aggiornato. Quando questa carenza è stata fatta notare si è cercato di tacitare chi poneva il problema. Durante la prima ondata si sono trasferiti molti anziani nelle RSA con tutto quello che ne è seguito. Si è voluta seguire la via dei bonus, dei banchi a rotelle e delle primule, che non ha portato ad altro se non ad un ulteriore aumento del debito. Poi, certo, Conte è riuscito a portare a casa i 209 miliardi del recovery plan, e di questo gli si deve dare atto. Meno positiva è stata la fase di elaborazione del piano che lui, tecnico, intendeva affidare ad una struttura tecnica esterna all’Amministrazione. Desta quindi meraviglia che oggi, egli dica che, in questo momento, il Paese ha necessità di un governo politico e del fatto che le scelte importanti devono essere prese dalla politica e non dai tecnici
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