Rossana Rossanda

21 Settembre 2020
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Andrea Pubusa

(Rossanda, Pintor e Magri)

Per noi giovani della sinistra di fine anni ‘60  Rossana fu una scoperta incancellabile. Insieme a Lucio Magri, Luigi Pintor (nella foto), Valentino Parlato e Luciana Castellina diede vita prima al Manifesto Rivista poi al Movimento e al giornale del Manifesto. Scoprimmo così che il comunismo non aveva solo quella veste ingessata e spuria del c.d. socialismo reale, ma che esisteva una versione, legata a Marx e Gramsci, libertaria e liberatoria.  Il socialismo riprendeva così ai nostri occhi quel significato e quel valore che ebbe per i lavoratori e gli intellettuali della sinistra agli albori del Movimento operaio. Un movimento di sfruttati che trova la via per liberarsi, una società di uguali che si sostituisce alle gerarchie sociali ed economiche del capitalismo. In apparenza questo mondo libertario della sinistra e quello tradizionle si muovevno in parallelo, in realtà si trattava di visioni alternative del futuro.
A noi giovani affascinava il rigore intellettauale e morale. Con Rossana e gli altri del gruppo  la politica, la discussione, il movimento riacquistavano il carattere di un’impresa collettiva senza secondi fini, volta soltanto alla conquista di una società libera e giusta.
La storia ha mostrato l’inattualità del pensiero di Rossana e degli altri del Manifesto, ma è una inattualità “per anticipazione”; non di idee superate si tratta, ma di una riflessione che per divenire egemonia e forza trasformazione richiede una evoluzione della società e dell’umanità ancora di là da venire. Del resto le criticità del mondo attuale, l’accrescersi delle ingiustizie, gli squilibri sempre più diffusi, la distruzione dell’ambiente, i conflitti mostrano che questo mondo ha bisogno d’altro per  progredire in pace, necessità di radicalità, non di moderazione. Qui le idee di Rossana tornano attuali, diventano l’elemento e l’alimento essenziale. Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerla e di seguirla da vicino negli anni della nostra formazione non possiamo dimenticarla. Vivrà ancora con noi, nelle nostre azioni e, per fortuna anche dopo. Dove c’è una lotta intellettuale, morale e sociale per l’uguaglianza, lì c’è Rossana.

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