Evviva! Espulso Murenu! Ora mi asterrò in pace

17 Maggio 2019
2 Commenti


Amsicora

palazzo baccaredda e nei riquadi murenu e uno dei post sotto accusa

              (Palazzo civico e, nei riquadi, Murenu e uno dei post allucinanti)

 

Sapete perché mi piace il M5S? Non ci crederete, per la ragione per cui non piace a molti, forse anche a voi: mi piace perché espelle. Ma come, direte, tu che predichi l’irregolarità in politica, che ai tempi della grande sinistra, quella vera, non quella della chiacchiera e  della trama di oggi, eri per la disobbedienza, oggi plaudi alle espulsioni? Sissignori, proprio così, mi spello le mani per Di Maio quando sento o leggo che ha cacciato qualcuno, un poco di buono o un infedele. Ma non c’è contraddizione in tutto questo? Beh, amici miei, voi vedete contraddittorietà perché non sapete o non avete mai inteso la militanza politica come la si praticava nei tempi in cui era cosa seria, in una sinistra comunista seria. Volete sapere come funzionava? Ecco svelato l’arcano. La disciplina era l’altra faccia della medaglia, quella della democrazia interna. Si era disciplinati perché si partecipava alle decisioni. Nella discussione e nella deliberazione non sempre la tua opinione è prevalente. Talora lo è, altra volta lo è in parte, in certi casi sei in minoranza (io di solito, confesso, stavo qui), ma siccome la procedura è democratica, con disciplina non solo ne rispetti, ma ne attui l’esito. Chiaro no? Semplice, semplice. Nel dibattito puoi essere critico verso la proposta della dirigenza, puoi essere di diverso avviso, ti batti per convincere i compagni, ma se prevale un’altra posizione, disciplinatamente la esegui. Ecco perché democrazia e disciplina sono indissolubilmente connesse. E lo sono anche le espulsioni, che sono la sanzione per la violazione della disciplina rispetto a regole o principi comunemente decisi o accettati. Lineare, no? Nessuna contraddizione.
Ecco perché ciò che molti criticano dei pentastellati, le frequenti e ormai inusuali espulsioni, a me piacciono, mi fanno impazzire di gioia.
Prendete Alessandro Murenu, ha preteso d’essere il candidato sindaco pentastellato a Cagliari, ha raggiunto il suo obiettivo con la designazione dell’altro ieri, ma ha nascosto qualcosa, non quisquiglie, ma le sue vere posizioni in merito ad aborto e ruolo delle donne nella società. Ha nascosto, per brama di candidatura, una posizione conflittuale coi prinicpi del M5S, che di tutto può essere accusato ma non d’essere irrispettoso dei valori costituzzionali che ha difeso, con noi, il 4 dicembre 2016.
Sentite, per me gramsciamo dei consigli, che musica la spiegazione del M5S! “Ci sono valori che fanno parte del Dna del Movimento [capite, valori, proprio così valori! NDR] come l’idea di una donna che ha diritti e doveri identici a quelli dell’uomo. Ribadiamo di essere lontani anni luce dalle posizioni espresse al Congresso di Verona e oggi torniamo sull’argomento per prendere le distanze da quanto affermato dal candidato a sindaco di Cagliari, Alessandro Murenu”. “Ci vuole rispetto per la donna, ma soprattutto coerenza“, incalza la nota dei musi gialli. “Chi vuole associare rivendicazioni come quelle espresse a Verona contro la donna al simbolo del Movimento, si sbaglia di grosso ed è fuori dal nostro progetto“. Infine, la decisione meravigliosa, stupenda: “A Murenu è stata revocata la certificazione e gli è stato inibito l’uso del simbolo. Non ci saranno candidati sindaci a Cagliari“. E Di Maio, tanto bistrattato da pretesi democratici e sedicenti sinistri che mantengono nelle loro fila ogni sorta di faccendieri e malandrini, sentite cosa dice negli studi di Sky. “Non conosco personalmente Alessandro Murenu, ma è una questione di coerenza. Mi sono detto più volte preoccupato da alcune posizioni espresse al Congresso delle Famiglie di Verona, come la limitazione del diritto all’aborto o quella secondo cui la donna deve restare in casa per fare figli. Se uno dei nostri porta avanti tali posizioni da Medioevo non può rappresentare il Movimento 5 Stelle“.
E se gli altri dicessero lo stesso per i tanti intriganti che hanno in casa loro? Che bella sarebbe la politica! Quanto sarebbe avanti il paese!
Bene, ora, amici miei, ladies and gentleman, direte. Beh adesso, autoesclusi i musi gialli, puoi votare tranquillamente la lista più vicina a te. Nonsi. Lista vicina a me non ce n’è. Sono tutte lontane anni luce dai miei valori. Magari una dista 100 trilioni di anni, l’altra 98. Ma cosa cambia? Lontane sono. E molto. Non voterò mai liste promananti da forze che hanno attaccato la Costituzione, candidati che hanno mantenuto, per opportunismo un’evidente ambiguità fintanto che non faranno una pubblica, manifesta, ragionata mea culpa, ammettemdo anche il loro opportunismo. Dunque, l’epulsione di Murena conferma il mio proposito, lo rende più leggero. Il 16 giugno alle comunali di Cagliari mi astenrrò in pace, andrò gioiosamente al mare o in campagna, a seconda del meteo. Serenamente.
E non fatemi discorsi scontati sugli effetti della mia decisione, blà, blà, blà. Riflettete. Anche l’astensione è una libertà. La libertà di essere coerente ai tuoi valori. La libertà di non votare chi non ti rappresenta. Libertà dal ricatto, dall’estorsione. Il 16 starò con le persone serie e semplici, a cui non è offerta rappresentanza. Lucidamente, coerentemente, con tranquilla coscienza. In pace appunto Amen!

2 commenti

  • 1 Candida
    20 Maggio 2019 - 08:47

    Salve! Sono d’accordo su tutto, tranne su un punto, perché non esprimere questa mancata rappresentanza verbalizzandola al seggio elettorale? Io lo farei mettere a verbale, probabilmente sarei la prima nella storia delle elezioni, credo che nessuno l’abbia mai fatto, preferendo disertare

  • 2 Giuseppe Campanile
    20 Maggio 2019 - 12:37

    Concordo pienamente Candida anzi, per fare più rumore bisognerebbe andarci in massa al seggio e farsi certificare la rinuncia ad esprimere la volontà di votare.

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