La politica sarda? Vediamola con gli occhi di un marziano

15 Dicembre 2018
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Amsicora

Amici miei, avete mai provato a considerarvi marziani? Si, insomma, a calarvi da un altro pianeta, resettando tutte le cose che avete incamerato negli anni e che, in larga parte, sono diventati pregiudizi. Provate a farlo e farete scoperte sorprendenti, ma che dico?, sensazionali. Quand’ero nel glorioso PCI lo facevo spesso, senza dir niente a nessuno, e così scoprivo le cose più paradossali. Per esempio, che anche lì c’erano le pecore nere, sì qualche compagno cazzuto e inarrivabile, ma molto simile a quei notabili democristiani, che pure attaccava in pubblico un giorno sì e l’altro ancora. Uno di loro, di cui non faccio il nome anche perché è passato a miglior vita, ogni mattina lo vedevo indaffarato a fare la stessa cosa del giorno precedente: un giro di telefonate, metodico, puntuale, immancabile. E chi chiamava? I segretari federali o di sezione? No, cari compagni e compagne, e neppure i responsabili sindacali. niente di tutto questo. Lo so che non ci crederete, anch’cio inzialmente rimasi basito, sentiva i satrapi degli altri partiti, anche di quelli avversari, intendo. Direte, ma cosa c’è di male? La dialettica politica richiede interlocuzione. Avversari sì, ma non nemici. Certo, tutto vero. Ma con gli occhi del marziano, quel sentirsi ogni mattina, come i generali sentono i comandanti dei reparti in guerra, era altra cosa, aveva un sapore diverso. Era un segnale: siamo tutti della stessa fede, dislocati in quartieri differenti, con parroci diversi, ma della stessa fede. Capite? Oppure qualche telefonata a persone influenti delle professioni o delle imprese. Non tutti raccomandabili e di specchiate virtù.  Giusto - obietterete - un leader, benché compagno, non sta amminchiato in ufficio, deve capire, deve interfacciarsi. E, suvvia, bando al complottismo! Ma per il marziano non è così, per un marziano quelle telefonate sono cenni d’intesa, di disponibilità. Lì, guardando le cose dal satellite, si intravede in queste condotte la lenta ma inesorabile disfatta successiva, intellettuale e morale, prima che politica. Si intravede il PD e perfino Renzi. O no?
Ma veniamo all’oggi. Ora, pensate di scendere dalla navicella spaziale e di guardare la situazione politica sarda. Toglietevi dalla testa tutto quello che avete introiettato, che Pigliaru è del centrosinistra, che il PD è di sinistra, che la giunta Pigliaru è espressione die ceti popolari e favole consimili. Ebbene, cosa vedete, marziani belli? Pigliaru, Paci & C. dove li mettete? Hanno fatto macelleria istituzionale, si sono genuflessi a Renzi mentre muoveva il suo attacco eversivo alla Carta Costituzionale e all’Autonomia sarda, hanno assecondato il disegno volto a eliminare la rappresentanza, nominando il podestà-commissario nelle province, sfasciatio il governio locale, puntato ad un Senato non elettivo, hanno dissestato la rete ospedaliera e portato un violento attacco al diritto alla salute dei sardi, hanno voltato le spalle alla povera gente e alle masse popolari. Per me marziano sono dei beceri esponenti di una destra liberista ed eversiva, non dissimili da quelli del centrodestra. Sono più signorili - lo ammetto - ed anche a Marte quest

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