Sovranista o unitario?

14 Agosto 2018
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 7 Luglio 2014

Francesco Cocco

(F. Del Casino - Murale per Lussu e Gramsci ad Armungia)

Qualcuno, leggendo  un mio recente  intervento,  mi ha chiesto se sono diventato  “sovranista”.  Ebbene confesso la mia difficoltà a dare una risposta. Questo per mia ignoranza: non ho ben capito  che significato debba essere dato ad un tale termine. Vedo che  circola nel dibattito politico ed a qualificarsi tali sono spesso persone degne di stima ed animate da alte idealità. Ma alla mia domanda se intendono riferirsi ad una sovranità di stampo ottocentesco, cioè alla riesumazione di una categoria storico-giuridica  che due secoli or sono presiedette alla costruzione degli stati nazionali, non mi vengono date risposte  chiare, univoche  ed inequivocabili.
Mi viene il  dubbio che alla fine siamo in presenza di un “termine-slogan”  che vuole  evocare sensazioni più che categorie storico-giuridiche ben definite. Quasi una forma d’indipendentismo dichiarato a metà.
Non ho invece alcuna difficoltà  a dichiararmi federalista  in senso gramsciano  e lussiano.  Un federalismo  unitario che mette in discussione  il modello di stato dato dai moderati alla costruzione dello stato italiano.
Né Gramsci né Lussu si posero orizzonti indipendentisti par la Sardegna.  Al contrario affermarono la necessità  di rafforzare il vincolo unitario  superando il modello  centralista  che in qualche modo aveva  soffocato le energie vitali  delle variegate realtà regionali  pre-esistenti al processo unitario e costituite in struttura statuale.
Riscoprire e rivitalizzare  tali energie è uno degli obiettivi che possiamo scoprire  nella lettura dei “quaderni dal carcere” di Gramsci. Naturalmente  è necessario calarci nella necessità di un grande sforzo e capire  che il processo risorgimentale  non si è chiuso 150 anni or sono ma va rivissuto con la tensione ideale di chi  comprende la necessià  di una grande rvoluzione “ culturale e morale”
Quante  falsità sono state spacciate  per accreditare  gli interessi dei Savoia  prima ancora degli interessi del quelli del popolo italiano (meglio dei popoli italiani )?  Liberare la coscienza comune  da tali falsità dovrebbe essere uno dei primi obiettivi  per fondare le basi di uno stato federalista e nel contempo unitario. Un processo di liberazione  su cui “sovranisti”  e federalisti (unitari  e non ) dovrebbero meditare.
Visto che sono in fase di confessioni voglio farne un’ ultima: abbiamo una classe politica  degna e capace di guidare uno struttura stauale? Pensando a certi personaggi degli ultimi lustri penso che sarebbe una vera iattura.

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