Bentornato in Sardegna, Manifesto!

6 Giugno 2018
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Andrea Pubusa

Grazie alla tipografia de L’Unione sarda, torna in edicola in Sardegna il Manifesto. Una bella notizia, per me perfino emozionante. Ricordo il primo numero. Ci eravamo riuniti in via straordinaria la mattina di quel 28 aprile per festeggiarlo tutti insieme nella nostra sezione di Cagliari in via Manno, 22. Ci fu però un ritardo e il quotidiano giunse a fine mattinata. Un’attesa spasmodica, con telefonate varie. Poi tutti i giorni a vigilare la distribuzione. L’Unità aveva allora un responsabile della diffusione nella nostra regione, e in quei giorni quel compagno del PCI si sforzava di nascondere le copie, facendole sparire o chiedendo al distributore di buttare il plico per la provincia in cunetta. E così noi ci mettemmo a scortare il distributore fino a quando le cose si misero a posto.
Nel frattempo è avvenuto un terremoto. E’ scomparso il PCI, che considerava il Manifesto una mosca del cavallo-PCI, ed è scomparsa l’Unità, finita nelle mani di dirigenti indegni. Impensabile!
Ma anche il Manifesto non è quello di Pintor e neanche quello di Valentino Parlato. Allora valeva leggerlo solo per i magistrali editoriali di Pintor, sempre spiazzanti, sempre fuori dai luoghi comuni, sempre un po’ più avanti rispetto agli altri. Oggi leggi i piatti editoriali di Norma Rangeri e la battaglia è rivolta a contenere il populismo dei 5 Stelle, anziché combattere l’oligarchia residua di centrosinistra e della destra.
Basta vedere i commenti alle dichiarazioni di Conte, di cui non si valorizzano neanche i temi classici della sinistra di una volta: l’impegno per il lavoro e per la sua dignità, l’occhio rivolto ai ceti diseredati, la lotta alla corruzione e alla mafia. Poi - sia ben chiaro - niente fiancheggiamenti e sconti, ma sapendo discernere tra ciò che è difesa delle élites e ciò che è dalla parte dei ceti popolari.
Comunque nel piattume che fa rimpiagere il manifesto delle origini, si trova qualche riflessione interessante, come ad esempio, oggi l’articolo di Freccero dal titolo significativo “La sinistra ridotta a pensiero unico delle élites“.
Comunque, bentornato in Sardegna, Manifesto! Io, che partecipai all’assemblea di fondazione in un’aula di universtà occupata a Bologna, io, che per tanti anni ho scritto dalla Sardegna, ti comprerò sempre, finché morte non ci separi.

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