Andrea Pubusa
‘Più ci attaccano, più ci motivano’
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Di Maio e Salvini al Quirinale (combo)
Lo so cosa direte: il solito bastian contrario! Ma la generale preoccupazione sul nuovo governo dell’establishment mediatico, politico ed economico mi consola. Ero ben più preoccupato quando inneggiavano a Monti e alla Fornero o alle politiche sul lavoro di Renzi o alle proposte di scasso costituzionale prima di Letta jr. e poi di Renzi. Erano tutte misure sicuramente contrarie ai bisogni dei ceti popolari, dirette gelidamente a incrementare le disuguaglianze sociali e, a livello isituzionale, a dare veste formale ad una nuova forma di comando, quella dell’oligarchia al potere.
Che oggi questi stessi paventino un orientamento diverso della spesa, verso il reddito di cittadinanza, il lavoro, i servizi, a me va bene. Guai a noi, se lor signori mostrassero soddisfazione e approvazione! Le centrali UE, espressione dei grandi gruppi economici e finanziaria, completamente imbevuti di iperliberismo, devono essere preoccupate e contrarie. Su lavoro, pensioni, welfare, redistribuzione della ricchezza, di cui è parte il reddito di cittadinanza, lor signori devono essere incazzati, fortemente contrari, nettamente critici. Questa è la miglior garanzia che per i ceti popolari il governo sta pensando bene. Speriamo che l’establishment sbavi!
Semmai le nostre preoccupazioni sono altre, la prima fra tutte la questione dei migranti. Non che la materia non sia suscettibile di altra e diversa disciplina. Il problema è vedere quale ne è l’ispirazione e quale la finalità. Se al centro c’è la persona, nell’ottica costituzionale, non si può negare che sia poco rispettosa la situazione attuale che vede migliaia di migranti ridotti nella condizione di mendicanti nelle strade o in quella di schiavi nelle campagne del sud. Occorre integrare nelle nostre comunità la quota che ci spetta (insieme ai nostri disoccupati) e far transitare quelli che sbarcano da noi, ma vogliono recarsi altrove. Qui è evidente che gli accordi con l’Europa devono essere rivisti, così come va radicalmente messa in discussione l’opzione neoliberistica su cui si fonda la politica economica della UE. Essere europeisti non significa essere liberisti e viceversa essere antiliberisti non vuol dire essere antieuropeisti. Anzi, se si vuole che l’Europa ridiventi un progetto coinvolgente, bisogna ridarle carattere democratico e fondarla sulle esigenze dei cittadini e dei lavoratori. Su questi obiettivi si deve fondare anche il giudizio sul governo in gestazione, tenendo conto del fatto che, se nasce, sarà il primo governo fondato sul voto degli elettori da sette anni a questa parte. Meglio del governo Renzi, capeggiato da un nominato al pari di quelli di Monti, di Letta jr. e dello stesso Gentiloni. E se ne sono visti i risultati spietatamente antipopolari! Viviamo una situazione difficile e complessa, ma forse peggio dei governi degli ultimi dieci anni Di Maio e Salvini non possono fare. E pertanto le nostre sono preoccupazioni diverse e distinte da quelle di quel vasto mondo che ha nostalgia di Renzi e di B. Sono esattamente opposte.
1 commento
1 Aladin
17 Maggio 2018 - 08:47
Ripreso anche da Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=82607
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