A.P.

Sembriamo ormai in un cul di sacco. Berlusconi e Renzi, battuti, hanno una visibile strategia comune, non potendo comandare il gioco, vogliono impedire che gli altri lo facciano. Il PD è sull’Avventino e nega perfino il confronto. B. pretende di tenere Salvini legato a sè in modo da bloccarne le mosse. Un gioco insensato, che però nasconde un disegno. Di fronte alla paralisi tirar fuori dal cilindro un novello Monti, che tenga in ostaggio il Paese per altri anni, facendo marcire la situazione e delegittimando pentastellati e leghisti, e poi proponendo di nuovo una revisione costituzionale in chiave oligarchica.
Il nostro sistema è dunque a un bivio: o tornare indietro o dar seguito con decisione alla novità di queste elezioni, riassumibile nel ridimensionamento delle forze, FI e PD, che hanno portato il paese allo sfascio. Occorre avviare un percorso che metta fuori gioco per sempre l’intesa FI-PD. L’unica via per far questo attraversa un passaggio stretto e molto difficile: un governo M5S-Lega. Sembra una bestemmia, ma l’alternativa è la palude da cui non viene nulla di buono. Salvini ha iniziato a dire che a lui interessa il programma, non la presidenza. Di Maio pone un veto su B., non su altri. Mettendo insieme i due concetti vien fuori una proposizione che suona più o meno così: se ci mettiamo d’accordo sul programma si può fare, senza B. e senza Renzi. Un giro assieme, poi battaglia per il governo fra M5S e Lega o una nuova destra diretta da Salvini.
In tutto questo sapete quale è il nodo più intricato? La questione migrati, su cui non si può venir meno rispetto a principi di civiltà, che sanciscono la sacralità della persona. Sulle altre cose si può trattare per trovare le soluzioni migliori. Poche cose ma di grande impatto popolare. Come in ogni cambio di fase, la situazione è molto delicata ed aperta a grandi passi in avanti o a pericolosi ritorni indietro. Di Maio ha però sempre l’alternativa di tener dritta la barra e puntare ad uno sfondamento totale alle prossime elezioni. Salvini, se non molla B., rischia molto di più.