Il PD sardo vuol fare la plastica facciale. Fuzionerà?

20 Marzo 2018
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Amsicora

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Confesso. Il dibattito nel PD & dintorni mi sembra surreale. I dem hanno perso 9 parlametari su 12 e  non ne traggono alcuna conclusione. Pigliaru sembra un automa, fuori dal tempo e dallo spazio. Dice sempre le stesse cose. Qualunque cosa succeda. Si era compromesso con Renzi in uno stravolgimento della Costituzione in chiave oligarchica e antautonomista, tradendo lo Statuto e l’intera ricca battaglia intellettuale dei democratici sardi, è stato bastonato più di ogni altro dem, dopo Renzi, ma è rimasto lì come se quel quasi 73% di NO fosse una sconfessione d’altri. Ora non so quale concetto abbia Pigliaru della democrazia e delle regole di correttezza parlamentare, certo è che quando la sintonia col corpo elettorale è irrimediabilmente incrinata si ha il dovere di liberare il campo affinché gli elettori possano riesprimersi. Questa è la democrazia, bellezze! Ma non per Pigliaru che va avanti, indifferente, come un notabile di nomina regia.
Ma si obietterà, il doppio grado del giudizio è sacro nella giurisdizione ed anche in politica. Sarà! Ma l’appello  è arrivato il 5 marzo e per Pigliaru è stato terrificante. Compagni ed amici, forse non si apprezza a fondo quanto è successo. Sapete che neanche la mitica DC degli anni d’oro ha avuto nella nostra amata isola i voti dei pentastellati! E neanche i deputati. Un risultato storico, difficilmente ripetibile da chiunque. Il PD, al governo nazionale e regionale, è annientato, ridotto a forza marginale. Sono state disarticolate le sue satrapie, prosciugati i canali clientelari di alimentazione. E Pigliaru pacatamente parla dei benefici effetti dei suoi investimenti.
Ma, di grazia, nel PD c’è qualcuno che ragiona? Avete sentito la trovata? Cambiare nome e simbolo. Fare la plastica facciale e continuare come prima. Sapete chi ricordano? I vecchi boss non pentiti. Cambiano i connotati, fanno la carta d’identità nuova e continuano con le abituali nefandezze.  Un artifizio, per non fare autocritica vera e cambiare. Ma funzionerà? Sembra di sì. Il PDS (Partito dei sardi) ne è entusiasta. Finalmente un partito governativo distinto dal PD nel simbolo, la sostanza poco importa. Ma fa testo? Chissà! Maninchedda in fondo ha vestito molti corpi, ma ha mantenuto la vecchia anima democristiana, quella che intende la politica solo come tutto ciò ch e sta intorno al potere, esecutivo e amministrativo. Ma è da quelle parti che soffia forte la bufera elettorale. Il PD cambia faccia e chiama a raccolta con Lai, Soru, Cabras, Fadda & C. Basterà loro la mascherina per camuffarsi? Sarà un nuovo inizio? O piuttosto un funerale? Non so voi, io ci sarò. Le elezioni regionali si avvicinano a grandi passi. Sono ansioso. Non vedo l’ora! Che sarà del PD mascherato? Non so voi, io già preparo la musica adatta all’occasione. Quale? Non c’è da sbagliare: un bel requiem. Amen.

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