Macerata, ancora una volta svilita la Costituzione

10 Febbraio 2018
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Andrea Pubusa

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Che pasticciaccio brutto quello di Macerata! Il Sindaco vieta tutte le manifestazioni, come se quelle antifasciste per difendere le libertà democratiche siano equiparabili a quelle di chi quelle libertà vuole abbatterle. E poi questo sindaco dovrebbe sapere che, da che mondo e mondo, le libertà si difendono esercitandole pienamente. E non si autorizzano. Il concetto di libertà non è compatibile con quello di autorizzazione. Sono come il diavolo e l’acqua santa. Ecco perché è devastante l’intervento del Ministro Minniti, che interviene e lascia intendere di essere lui il dominus delle manifestazioni, di poterle autorizzare e vietare a piacere, mentre l’art. 17 per le riunioni in luogo pubblico, ossia le sfilate e i cortei, i comizi, non parla di questo ma solo di preavviso, ossia di una comunicazione, finalizzata ad attivare le forze dei polizia a garanzia della manifestazione stessa. Il divieto può essere giustificato solo da una “comprovata” necessità di salvaguardia della sicurezza e incolumità pubblica. “Comprovata“, ossia messa in pericolo da fatti obiettivi, fuori controllo. Ma a Macerata c’è questa situazione? Per fortuna, direi proprio di no. C’è stato un orribile atto terroristico, senza seguito a livello popolare. E poi avete visto cos’hanno fatto sindaco e ministro? Hanno relegato la manifestazione fuori le mura, fuori dalla città. Ricordate che ci aveva provato un prefetto di Cagliari? Aveva fatto una demenziale ordinanza in cui relegava le manifestazioni fra Is Mirrionis e Su Planu. Ma se la rimangiò. Lo invitammo a rileggersi, anzi a studiarsi la Costituzione. Ora lo facciamo con questo sindaco e col ministro. Anche mandare in periferia le manifestazioni democratiche è un modo per svilirle, per deprezzare l’impegno dei cittadini a difenderle e ad ampliarle, esercitandole.
Questo è il senso di quanto è successo anche a Cagliari nella vicenda exMà/Casa Pound. Il prefetto è intervenuto col tono di chi difende una libertà democratica compressa, mentre il Consorzio Camù quale legittimo concessionario e gestore dell’exMà può darlo o negarlo a chi vuole, anche per salvagardare la propria immagine. Ma, ad onor del vero, l’editto era rivolto al Sindaco Zedda, che anziché rimandarlo al mittente, è stato zitto.
Tanti segnali, tanti cedimenti, tanti silenzi, che accreditano l’idea che i valori costituzionali e quelli oscuri contrari stiano sullo stesso piano. Senza parlar poi della “accoglienza” con manganelli e in tenuta antisommossa di chi in Sardegna si batte contro le basi militari, la produzione di armi, per quei giochi di guerra, che la Carta ripudia. Rovesciamento completo della prospettiva costituzionale!
E’ ora di dire basta con la forza delle idee e della mobilitazione democratica.

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