Oggi, con Marco Sini, parliamo di Giuseppe Zuddas

4 Gennaio 2018
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Gianna Lai

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Oggi alle 17,30 nella Sala Conferenze della Fondazione di Sardegna in via Salvatore da Horta, 2, presentazione del libro di Marco Sini su Giuseppe  Zuddas, sardista, antifascista, internazionalista monserratino.
Coordina Vito Biolchini, con interventi dello storico Alberto Vacca, di Aldo Borghesi, presidente  ISTAC, e Franco Boi, presidente UAPS.

Ad antifascisti come Zuddas dobbiamo la formazione e lo sviluppo del Movimento resistenziale, da cui e’ nata la Costituzione, di cui celebreremo il 70* anniversario il prossimo 15 gennaio nella sala della  Fondazione, con storici e costituzionalisti.

Ecco ora una recensione del libro a cura di Gianna Lai.

E’ testimonianza di memorie ben radicate nel territorio il lavoro di Marco Sini su Giuseppe Zuddas, così impressa nel ricordo degli abitanti di Monserrato la figura di questo antifascista e combattente per la libertà, che fin dalle prime pagine del libro emerge con la forza del protagonista, inquadrato negli eventi dell’Italia sotto il regime fascista  e dell’Europa che si prepara alla guerra. E si intreccia nel testo la vicenda di Giuseppe Zuddas, con quella di tanti oppositori aderenti alle  formazioni dei fuoriusciti riparati in Francia, fino a disegnare un quadro dei complessi rapporti che preparavano, in quel tempo, scelte di campo determinanti per l’avvenire della democrazia nell’intero Occidente. ‘Giuseppe Zuddas‘, a cura di Marco Sini per la Cuec Editrice,  è uscito pochi giorni fa nelle librerie, ed è la copertina a rivelare subito l’andamento della storia, a portarci direttamente dentro il racconto, in quella foto tratta dal Casellario politico generale, contrassegnata dal numero 21810. Oppositori politici come delinquenti comuni, da sorvegliare e perseguitare anche nell’esilio, mantenendo saldi, oltre confine, i legami tra  polizia e informatori e spie. Perché a Giustizia e Libertà aderisce in Francia il sardista Giuseppe Zuddas, Resy, inviato nell’Isola da Emilio Lussu, come suo prezioso collaboratore, a proseguire l’opera di proselitismo già avviata in esilio, a illustrare  programmi e raccogliere adesioni tra i personaggi di spicco rimasti ancora fedeli al sardismo. E se nel racconto biografico si inseriscono  fatti ed eventi e personaggi importanti  che, necessariamente, fanno parte di quel contesto, allargare lo sguardo sembra divenire  allora lo scopo della narrazione di Marco Sini, per descrivere quella sorta di rete tesa a intrappolare, a incastrare l’opposizione, fin dalle leggi fascistissime degli anni Venti e dall’istituzione dei Tribunali speciali. Serve certamente tutto questo ad avvicinare il lettore alle esperienze e ai  luoghi in cui Zuddas visse e si formò, gli scontri a Monserrato  e a Cagliari tra fascisti e antifascisti, la rimozione forzata dei sindaci sardisti da parte del fascismo, prima che il Comune venisse cancellato per passare al territorio di Cagliari. Fino all’esilio in Francia, fino all’avventura della Guerra di Spagna, ne scandisce il libro tappe e  passaggi, attraverso la puntuale ricostruzione documentale che attinge anche alla ricostruzione degli storici su Giuseppe Zuddas e alla documentazione in loro possesso, alle lettere dei familiari, ai riferimenti negli scritti di Lussu, all’omaggio di Augusto Monti, all’omaggio che Lussu stesso gli tributò nel dopoguerra, insieme al sindaco di Cagliari Cesare Pintus. E poi le note delle Prefetture e della polizia fascista sulle sue residenze e i suoi spostamenti, arricchite da rimandi continui alle schede segnaletiche, anche materialmente riprodotte nel libro, con relativi timbri e sottolineature e firme in calce. Per ricondurci poi, il racconto, di nuovo al tempo presente, ponendosi l’autore del libro nella doppia veste del narratore e del testimone che esprime il suo parere, usando la prima persona,  su una memoria ancora così viva e duratura. E ancora così importante, vuoi che si tratti della intitolazione a Zuddas di una strada e di una sede di partito, di una targa dell’ANPI, o che si tratti del dipinto sugli episodi accaduti nel 1922 a Monserrato. Del film documentario sulla sua vita, o del ricordo dedicato a tutti quei giovani uccisi in Spagna, dove Zuddas si trova sepolto, anche attraverso la ricostruzione che ne hanno fatto i giornali spagnoli.  Serve  a dare respiro storico soffermarsi a vedere le ragioni che hanno spinto tanti giovani ad arruolarsi nella Guerra di Spagna, e a partecipare ai combattimenti prima ancora che le Brigate internazionali si organizzassero. Serve  a riportare all’oggi il dibattito su Antifascismo e Resistenza, nel contesto internazionale di una guerra che si annunciava mondiale. Per dire che cosa ancora c’é di quei valori e di quelle idee e che cosa, di ciò che non è stato, avrebbe ancora potuto arricchire il nostro presente.
Un’altra forma di scrittura la biografia, di cui si vuole dare conto per la preziosa  funzione che svolge nella ricostruzione degli eventi storici, proprio  avvalendosi anche della memoria e della testimonianza orale, di fonti diaristiche e ricostruzioni familiari. Già nella scansione in  capitoli del libro di Marco Sini, è evidente l’apporto anche di una storia locale, pur se ancora da approfondire, in quell’intreccio di eventi che la scrittura mette pazientemente a confronto, per scoprire sempre nuovi percorsi da indagare e nuovi aspetti interessanti della ricerca. Così quel capitolo finale  sui sardi nella Guerra di Spagna, sembra sollecitare l’approfondimento di indagini su temi che direttamente ci coinvolgono, che possono coinvolgere i giovani studenti, in particolare nella ricostruzione di figure o autori o periodi storici, partendo dalla documentazione d’archivio, dalla lettura dei documenti, dalle testimonianze, e poi dal confronto e dalla discussione sul loro significato

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