Legge elettorale siciliana: spunti per la Sardegna?

18 Novembre 2017
3 Commenti


Gianni Pisanu del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria

 

 (Il Comitato illustra al Presidente Ganau le proposte per una vera riforma elettorale)

 

Possiamo ragionare sulla legge elettorale siciliana in chiave sarda? Intanto la prima novità. E’ una legge proporzionale – presidenziale, secondo alcuni un ossimoro e invece compatibile, almeno fino a prova contraria al vaglio della pratica. Ha un premio dell’8,5 % alla coalizione del Presidente, più modesto degli iperpremi della legge sarda: 55% dei seggi alla coalizione che supera i 25% e non il 40%, 60% dei seggi a chi supera questa soglia.
L’Assemblea è composta da 70 membri, di cui 62 ( 88,5 %) eletti con sistema proporzionale;
7 seggi, di cui 1 al presidente eletto assegnati ai partititi o liste coalizzate col listino del presidente ; 1 seggio al candidato presidente primo dei non eletti. Lo sbarramento per le liste è del 5% in ambito regionale, senza distinzione fra liste singole o coalizzate. In casa nostra sbarramento al 5% per le singole liste e al 10% per le coalizioni, con l’effetto assurdo di impedire alla Murgia di essere in Consiglio con 75 mila voti.
Il territorio siculo è stato  diviso in 9 circoscrizioni corrispondenti alle provincie storiche. Così la coalizione di Destra con il 42, 041 % dei voti di lista ottiene 36 seggi – ( 29 + 6 + 1 ), la lista M5S con il 26,674 % 20 seggi – (19 + 1 ), la coalizione guidata dal PD con il 25,405 % 13 seggi. la lista di sinistra con il 5,266 % 1 seggio.
Questo quadro sintetico consente di individuare i punti critici.
La notevole differenza di dimensioni fra le 9 circoscrizioni: Palermo 16 seggi- Catania 13 - Messina 8 – Agrigento 6 – Trapani 5 – Siracusa 5 – Ragusa 4 - Caltanissetta 3 – Enna 2 – tot. seggi 62, determina in molti casi, tranne Palermo e in parte Catania, l’attribuzione di seggi solo alle formazioni maggiori, e l’esclusione di tutte le altre anche di una certa consistenza. E’ certo che nelle circoscrizioni medio piccole i seggi saranno appannaggio esclusivo delle formazioni maggiori a prescindere dalla validità o meno dei candidati. Questo effetto determina un deficit di rappresentanza in termini politici (Fava ha un solo seggio con 100 mila voti; il PD 11 con 250 mila) e sul piano territoriale.
C’è un rimedio? Ridisegnando le circoscrizioni, riducendole di numero, es. 4 circoscrizioni o massimo 5 da 12 a 18 seggi ciascuna e rendendole più omogenee, il bacino elettorale darebbe maggiori possibilità di scelta all’elettorato e si avrebbe un maggior equilibrio politico e territoriale.
E lo sbarramento? Attualmente è al 5%. Col 3 si avrebbe una maggiore rappresentatività. Quindi, guardando alla nostra Isola, si potrebbe eliminare lo sbarramento, pretendendo solo un quoziente pieno in almeno una circoscrizione o lo sbarramento al 3%, che, in pratica è più o meno la stessa cosa.
Vediamo altri dati significativi.

Il PD con 250.633 voti ha ottenuto 11 seggi,
la lista 100 passi con 100.583 ne ha ottenuto 1 (uno), la lista Fd’I – Lega con 108.713 ne ha ottenuto 3, la lista Sicilia futura con 115.751 voti 2, la lista ” Diventerà bellissima” con 114.708 voti 4. I  seggi sopra riportati si intendono al netto del premio per la lista del Presidente eletto, che senza il seggio presidenziale compensato dal seggio al candidato presidente dell’opposizione consistono in 6 seggi pari - come si è già detto - all’ 8,57% dell’assemblea e 1/6 della maggioranza.
Come si vede, ci sono evidenti disparità nella distribuzione dei seggi. Giocando sulla dimensione delle circoscrizioni e riducendo o eliminando lo sbarramento si avrebbe un risultato più vicino alla forza reale delle singole liste. Comunque la legge siciliana offre spunti di riflessione per cambiare la legge sarda. Con qualche ritocco potrebbe essere adattata alla nostra regione. Ma nei palazzi del potere non  è alle viste l’intendimento di lavorare ad una vera riforma. Tutte le sigle presenti in Consiglio, grandi e piccole, si tengono stretta la vigente legge truffa, con buona pace dei sardi.

 

 

 

3 commenti

  • 1 Oggi sabato 18 novembre 2017 | Aladin Pensiero
    18 Novembre 2017 - 08:42

    […] Gianni Pisanu del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria —————————– oggi sabato 18 novembre 2017 aladinews aladin aladinpensiero […]

  • 2 Legge elettorale sarda. Pubusa: guardiamo alla Sicilia. Quasi come Lussu per lo statuto sardo | Aladin Pensiero
    19 Novembre 2017 - 02:42

    […] Pisanu del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, su Democraziaoggi. (Il Comitato illustra al Presidente Ganau le proposte per una vera riforma […]

  • 3 Tonino Dessì
    19 Novembre 2017 - 13:41

    Della legge elettorale siciliana si può senz’altro mutuare la riduzione del premio al listino di sette, con la garanzia del seggio al candidato presidente della seconda coalizione e il restante riparto su base strettamente proporzionale. Sarebbe molto simile a quella sarda vigente nel 2004 (alla quale è ispirata), in cui il listino del centrosinistra fu ridotto a sei nomi (potevano essere di più, in base alla legge stessa) da una scelta politica del candidato Presidente Soru, col che i restanti seggi del listino furono restituiti alla ripartizione circoscrizionale. L’impianto circoscrizionale siciliano tuttavia andrebbe razionalizzato (come ha osservato lo stesso Pubusa in un altro articolo, quello siciliano penalizza alcuni territori e ne avvantaggia altri, influendo così negativamente anche sul riparto tra coalizioni) e adattato alla realtà sarda, come suggerisce Gianni Pisanu. Ci sarebbe inoltre da decidere la soglia minima di accesso (tre per cento secondo me andrebbe bene, visto che i consiglieri sardi sono stati ridotti a sessanta, cosa che di per se alza il quoziente) e naturalmente da introdurre la doppia preferenza di genere. Sarebbe un sistema abbastanza semplice. Ovviamente, come è accaduto in Sicilia, non è detto che produrrebbe in Consiglio una maggioranza larghissima, ma se vogliamo equilibrare stabilità e rappresentanza non credo che si possa far meglio. Il resto spetta agli elettori da un lato, alla politica assembleare dall’altro. Concordo infine sul fatto che troppi esercizi di fantasia in Italia e in Sardegna hanno prodotto solo leggi semitruffaldine. In realtà di variabili, nei sistemi elettorali, non ce ne sono molte e sarebbe bene scegliere fra modelli consolidati, salvi adattamenti strettamente coerenti e ragionevoli.

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