Andrea Pubusa
(Pigliaru in una devastante foto con Renzi ai tempi del referendum)
Caro Pigliaru,
ti scrivo con la preoccupazione del cittadino e l’ansia dell’amico. Lo faccio per spirito di servizio verso la Sardegna, di cui per un decennio ho avuto l’onore d’essere rappresentante in Consiglio regionale, e per l’istintivo senso di protezione che si ha verso uno stimato collega, quale tu sei.
Rifletti: il 4 dicembre hai preso una batosta elettorale che si caratterizza per una percentuale ancor più stratosferica di quella del resto d’Italia: oltre il 70% di NO. Tu, nonostante i miei avvertimenti, durante la campagna referendaria, non sei rimasto - come dovevi - super partes, quale rappresentante di tutti i sardi. No, ti sei voluto schierare, e lo hai fatto platealmente, con atti di genuflessione verso Renzi, ministri e perfino sottosegretari, non consoni al tuo ruolo e offensivi dell’innato senso di autonomia dei sardi. Le foto che immortalano quei gesti suoneranno ad eterno disdoro della tua presidenza. Eppure, tu non ne hai tratto alcun elemento di valutazione politica. Se ancora avevi dei dubbi, il 4 dicembre ha comprovato che il rapporto fra te e i sardi si è irreversibilmente spezzato. La sfiducia non può essere più chiara e manifesta.
Poi hai iniziato a perdere pezzi, perché - ahinoi! - quando la nave affonda i topi scappano. Ha iniziato Demuro, con le sue dimissioni, non so se frutto di vergogna o di un rigurgito di dignità. Lui aveva sostenuto sul piano costituzionale tesi insostenibili perfino in un colloquio di diritto costituzionale con studenti di prim’anno. Prima ti aveva lasciato Rifondazione con motivate argomentazioni politiche. Poi sono andati via i Rossomori, ora saluta Maninchedda. Lo fa a titolo personale, sembra non coinvolgere la sua e la tua consorteria, ma il senso è evidente. Lo dice nel papiro di dimissioni: la tua è una giunta imbelle, sottomessa allo Stato, in mano alla più ottusa burocrazia state e regionale. Ed ha ragione.
In tempi di democrazia normale, le dimissioni sarebbero state obbligate. Oggi c’è il simul stabunt, simul cadent, se ti dimetti, tutti a casa e nuove elezioni, frutto di una legge truffa regionale che tu non hai sfiorato, mentre era tuo dovere modificare.
Caro Francesco, lo so che è dura, ma la responsabilità è ancora più grave se resti. Ha ragione Tonino Dessì quando dice che in questi casi si è in presenza da una “crisi compressa”, ma pur sempre crisi è, benché la si nasconda per non andare a nuove elezioni. Lo avresti dovuto fare il 4 dicembre, ma sei sempre in tempo per uscire di scena con dignità. Ogni giorno che passa sarà per te una flagellazione, anche in termini personali, a cui non è giusto che ti sottoponga. In fondo, le colpe non sono solo tue. Hai avuto un PD allo sbando senza segretario per quasi un anno. Non è una giustificazione, lo so, ma certamente è un’attenuante.
Caro Francesco, per una volta, dammi retta, riprendi la tua libertà, torna alla cattedra e agli studi, come dice di voler fare Paolo Maninchedda; la politica di questi tempi non è affar tuo.
2 commenti
1 Oggi mercoledì 31 maggio 2017 | Aladin Pensiero
31 Maggio 2017 - 08:08
[…] Caro Pigliaru, a quando le dimissioni? Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Caro Pigliaru, ti scrivo con la preoccupazione del cittadino e l’ansia dell’amico. Lo faccio […]
2 Giacomo Meloni
31 Maggio 2017 - 13:18
Caro Direttore,
stante l’attuale Legge Elettorale Regionale ed il vincolo del “simul stabunt,simul cadent “,non spingerei più di tanto perché si apra da subito la crisi di Giunta che porterebbe ad elezioni regionali antecipate.E’ pur vero,come scrive il nostro amico Tonino, che la crisi della Giunta Pigliaru è già in atto da molto tempo e che il ben servito dato dagli italiani e soprattutto dai sardi col 72 % di NO al Referendum del 4 dicembre avrebbe dovuto sancire le dimissioni di questa Giunta ,asservita totalmente al volere centralista del Governo Renzi.
Non è servita neppure la vergogna di aver diffeso spudoratamente la “clausola di supremazia statale “contenuta nella legge di riforma costituzionale Renzi/Boschi con la quale si abolivano di fatto le competenze esclusive delle Regioni sancite dall’art.117,comma 2 della Costituzione Repubblicana.
Ciò che mi preoccupa è che,se si andasse ad elezioni regionali antecipate,stante l’attuale legge infame,truffaldina ed anticostituzionale della Regione Autonoma della Sardegna(hainoi favorita e votata anche dallo stesso Maninchedda ),si riprodurrebbe esattamente lo stesso disastro di oggi nè è pronta una vera classe politica alternativa a quella dominante;alternativa che pure molti di noi auspicano ed in certa misura stanno stimolando con incontri e convegni in tutta la Sardegna.
Il nostro lavoro nel Comitato di iniziativa per la riforma costituzionale e statutaria deve continuare e semmai accelerare
sul testo della proposta di nuova Legge Regionale di Riforma elettorale,rilanciando l’indicazione di una legge proporzionale che dia voce e risalto al pluralismo e alla voglia di partecipazione democratica emersa col risultato dell’ultimo Referendum Costituzionale.Legge elettorale proporzionale con uno sbarramento minimo in funzione esclusiva di evitare l’eccessivo frazionamento.Improponibile e da respingere lo sbarramento al 5% che va proponendo la Santa Alleanza Renzi/Berlusconi/Grillo che se ne fregano altamente dei partiti minori che vorrebbero escludere ed annullare totalmete dalla scena politica.
Non so come andrà a finire in Regione,dopo le clamorose dimissioni dell’assessore ai lavori pubblici Paolo Maninchedda,che stimo personalmente e col quale ci siamo
confrontati sempre lealmente e con reciproco rispetto ,come è avvenuto ultimamente in occasione del Convegno la sera del 28 Aprile in occasione de SA DIE 2017 ,
Paolo Maninchedda resta una risorsa politica importante,ma egli ed anche il Partito dei Sardi devono avere il coraggio di abbandonare alla deriva la Giunta Pugliaru che è stata ed è l’esatto contrario dell’aspirazione sovranista che Paolo intendeva far crescere in una selva di centralisti armati fino ai denti.
Finchè il PD si comporterà in Giunta e nella propria maggioranza come l’Asso pigliattutto non vi sarà scampo.So che il PSDAZ di Cristian Solinas,soprattutto dopo l’accordo con la Base di Ardau,spingerebbe per dare una sorta di soccorso-rosso (4 Mori )alla Giunta Pigliaru,come già è avvenuto al Comune di Cagliari per la Giunta di Massimo Zedda..Staremo a vedere e la cartina tornasole saranno le prossime nomine degli Assessorati ai Trasporti e ai Lavori Pubblici.
Deiana, il peggiore degli Assessori Reg.li ai Trasporti ,sarà facile da sostituire magari anche da un Capo-Stazione che farebbe meglio di lui.Il difficile sarà la sostituzione di Paolo Maninchedda ,a meno che egli stesso non accolga l’appello della sirena Pigliaru che gli potrebbe offrire anche la vice-presidenza,togliendola al buon Paci che qualche errore anche da economista parrebbe aver commesso.
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