L’utopia di Papa Francesco

13 Luglio 2015
1 Commento


Francesco Cocco

Ideologia ed utopia sono parole ormai inusuali. Eppure non riesco a trovare termini  più appropriati  per definire l’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco. Uso il termine “Ideologia” nell’ accezione corrente per definire un sistema organico di pensiero ed “utopia” come indicazione di un orizzonte raggiungibile anche se molto distante dall’attuale  modo di essere della società. Credo sia una definizione accettabile sia per i non credenti che per i credenti. Aggiungo che trattasi di un’ ideologia scientifica, naturalmente in un significato molto diverso dalla cosiddetta “scientificità” dell’ ideologia marxiana, dove  la scientificità era in contrapposizione alle visioni del  socialismo utopistico che erano andate affermandosi  a cavallo tra il diciottesimo e diciannovesimo secolo. Nell’enciclica “Laudato sì” tale carattere nasce dal puntuale riferimento alle elaborazioni che le varie discipline sono andate enucleando sulle condizioni del Pianeta in relazione all’indiscriminato sfruttamento delle sue risorse da parte dell’ uomo.
I mass-media si sono occupati ampiamente di questo documento papale. Era difficile tacere per l’allarme in esso contenuto sui destini del Pianeta e per esso dell’Umanità. Così il pensiero di Papa Bergoglio pare svilupparsi  in un‘orizzonte puramente francescano secondo l’adagio sul fraticello d’Assisi che “ parlava agli uccelli, ammansiva i lupi e gli alberi erano suoi fratelli”. Adagio che  non tiene conto di quella che è stata la vera natura di San Francesco.
Il ” primo uomo dell’età moderna” lo definiva Padre Balducci nella bella biografia di  qualche decennio fa.  Questo richiamo forse ci consente di affermare che come San Francesco è il primo uomo dell’ età moderna così  Papa Bergoglio è forse il primo uomo  del XXI secolo. Il Santo d’Assisi usciva da una “corporalità chiusa”, proiettava il suo io nella natura, creava le condizioni per la nascita delle scienze naturali. Papa Bergoglio supera la visione falsa e angusta dell’uomo che di fatto si autolimita in un falso dominio della natura. Visione angusta che non sa guardare alla complessità della natura  e non sa  proiettarsi verso la salvaguardia degli interessi delle generazioni future.
Ideologia, quella di Papa Francesco, che è anche un grido d’allarme per le condizioni in cui l’uomo sta riducendo l’ambiente. E  qui si ferma l’interersse dei mass-media. I miei molti anni mi consentono di testimoniare ben altro interesse suscitato  nelle forze sociali e segnatamente nei partiti da encicliche  come la “Pacem in terris” . Ricordo l’ ampia discussione nel PCI e nei sindacati per quel manifesto di pace di Giovanni XXIII.  Ora silenzio. Eppure “Laudato  Sì” è un ampio programma di azione sociale al quale un movimento politico che si vorrebbe richiamare all’ interesse generale della società e particolarmente a quello dei   lavoratori potrebbe e dovrebbe attingere a piene mani.
Forse è proprio dalle potenzialità e dalla lungimiranza di questa enciclica che nasce il silenzio.  Papa Francesco  non si limita, infatti, a denunciare il baratro verso il quale stiamo facendo precipitare il Pianeta e con esso l’ umanità. Fa molto di più, indica i rimedi: “ l’umanità è chiamata a prender coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo.” Non è un generico richiamo  ad uno stile di vita sobrio, antitetico a certo  esibizionismo consumistico. Fa molto di più , fa specifico riferimento ai modelli di produzione. Certo non usa la locuzione  “modello di produzione”, sarebbe stato uno slittamento di linguaggio  verso certa elaborazione dei classici del movimento operaio. E’ chiaro però che “stili di produzione” ,anche alla luce della complessiva elaborazione dell’ Enciclica, non può che essere riferito al modello di produzione capitalistico. Per altro verso è esplicito il riferimento persino alla necessità di  forme di “decrescita” per una più equa redistribuzione dei beni  di cui l’umanità può disporre.
Vi pare che oggi vi sia una qualche forza politica o sindacale che possa far propri i valori dell’ Enciclica?.  Gli slogan gridati nelle piazze sono di segno molto diverso e talvolta persino opposto. Forse proprio in questa contrarietà ad una visione populista sta la natura profetica dell’ Enciclica. In questo guardare alle esigenze profonde dell’ umanità  va individuata la grande utopia di Papa Francesco. L’ utopia non è sempre visione dell’ impossibile , è anche capacità d’intravedere il futuro. E questa capacità di guardare al futuro è la cifra  dell’ Enciclica che Papa Francesco offre all’ umanità.

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1 commento

  • 1 admin
    13 Luglio 2015 - 11:14

    Andrea Pubusa

    Anche a me sembra che i media snobbino Francesco per le sue posizioni, che così profondamente Francesco Cocco individua e illustra. Questo Papa, come del resto già il Cristo, sta dalla parte degli umili contro i potenti e ne paga le conseguenze. D’altra parte, lui il capitale finanziario lo ha visto all’opera con tutta la sua forza devastante in Argentina, un paese ricchissimo, ridotto nella più nera miseria qualche tempo fa dai grandi potentati economici interni e stranieri.
    Ha ragione Francesco Cocco quando mette in evidenza che la scarsa discussione sull’Enciclica di Bergoglio nasce dall’indeguatezza dei sindacati e dall’assenza di una sinistra seria. Il Papa sconta la stessa solitudine di Tsipras. Ci vorrebbe un movimento di opinione e di lotta a sostegno di entrambi.

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