Amsicora
Statene certi, se fossi nel PD non avrei dubbi. Per la segreteria regionale voterei senza pensarci Renato, sì proprio lui Soru. Nel partito di Renzi lui sarebbe il migliore. Più che il confronto ha spiccata propensione per il comando. Gli piacciono gli uomini e le donne disposte all’obbedienza. Ordine e disciplina!, come dice un caro compagno, di fronte al disordine attuale. Ma per Soru il concetto è diverso. Si avvicina di più al moto della Benemerita: “ubbidir tacendo e tacendo morir“. Di fronte all’imperium centrale del chiacchierone n. 1, servono tanti satrapi locali. Nell’interesse del Paese, beninteso, a scanso di disastro. E chi più di Soru potrebbe assicurare l’obbedienza della provincia sarda? Chi più di lui zittire le ultime flebili voci critiche?
So cosa state pensando. Soru non ha mai unito, anzi ha solo diviso, ha portato l’ascia di guerra dove era possibile accendere il calumet della pace. Come potrà e perché fare diversamente in futuro? L’obiezione è sensata, ma non tiene conto di un particolare piccolo, piccolo. Quanta acqua è passata sotto i ponti da quando Soru ha vinto le elezioni? Non dimenticatelo, son trascorsi dieci lunghi anni e in questo periodo il PD ha cambiato ancora pelle. Ha perso ogni legame ideale e politico con la sinistra di provenienza, col mondo del lavoro. Oggi è un clone del partito di Berlusconi. Su moralità, giustizia, sete di potere non c’è differenza. E neppure quanto a barzellette. Certo, son diversi gli stili. B. le racconta con più garbo e finezza, pur nella usuale volgarità del contenuto, Renzi invece non solo è sconcio, ma è anche sguaiato. I due impersonano due versioni dello stesso modo di far politica. Ma che c’entra Soru?, direte. C’entra, c’entra. Renato, in realtà, nel 2003 avrebbe potuto optare per B., sennonché lì gli spazi erano saturi. Il centrosinistra invece era avvitato su se stesso alla ricerca di un candidato alla presidenza regionale, con nomi poco credibili, si stava addirittura ventilando la candidatura di Giacomo Sanna del PSd’Az, poi transitato, armi e bagagli, al centrodestra. La scesa in campo di Soru nel centrosinistra apparve salvifica; alla base stanca del tatticismo dei dirigenti e desiderosa di cambiamenti. Renato, ricco del prstigio imprenditoriale, sembrò l’uomo della provvidenza. Poi Gavino Sanna gli diede le parole d’ordine giuste e gli suggerì il comportamento appropriato. E il gioco è fatto! Poi all’immagine costruita dai pubblicitari si è sovrapposto il presonaggio vero e sappiamo com’è andata. Ma allora nel partito c’era ancora chi aveva forza e interesse a resistere. E c’era una vivace opposizione fuori (ricordate la battaglia contro la Statutaria?). Oggi, è tutto piatto. Soru potrà imperare e i suoi comandi non divideranno, ma uniranno, ché per dividere occorrerebbe un partito aduso al dibattito libero, che non c’è. Il PD renziano non è neppure più quello bersaniano. Oggi prevale la “cultura” dell’allineamento, quella stessa che piace a René. Poi “virtu” speciale in quel contesto, lui è indagato e dà assicurazione di copertura a tutti i malandrini di dentro e di fuori. E poi l’immagine del sardo tutto d’un pezzo può incantare gli indipendesntisti e i sovranisti. Sì, credetemi, oggi per il PD e dintorni Soru è il meglio. Movimenterà le acque stagnanti della politica sarda. Che noia, con Pigliaru! Vedrete, che spasso con Renato!
2 commenti
1 Francesco Cocco
17 Settembre 2014 - 16:52
Non credevo che Amsicora, come protosardo, avesse un fine senso dell’ umorismo. Ero in profondo errore. Mi sbagliavo !
2 Franca
22 Settembre 2014 - 22:09
Eh…caro Francesco, Amsicora ha delle doti che impari a conoscere solo leggendo con costanza ciò che va a scrivere. Sottigliezze e arguzie di penna inimmaginabili. Unico!
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