Gianna Lai
Christoph Schminck Gustavus, Una storia corale di Resistenza civile: il salvataggio degli ebrei di Zante. Questo il titolo dell’intervento all’Università di Cagliari, su ‘Fascismo e nuovo ordine mediterraneo’, accompagnato dalle immagini della persecuzione e dalla musica e dalle preghiere degli ebrei, in occasione della Giornata della memoria. Ci sembra importante riparlarne oggi, anniversario della Liberazione, nella sintesi di Gianna Lai.
Dalle testimonianze dei sopravissuti, e dalle deposizioni nelle istruttorie del dopoguerra, uno dei tanti casi di cittadini coraggiosi che hanno nascosto gli ebrei, salvandoli dalla deportazione. L’isola di Zante è divenuta famosa per questo miracolo, in occasione di una delle ultime deportazioni, a guerra ormai persa per Hitler, poche settimane prima del ritiro tedesco. Dopo l’8 settembre le SS si mettono a caccia degli ebrei nella zona italiana, ed è a Brema che possiamo ricostruire questa storia, fra i 35 grossi volumi degli Atti di istruttoria sulla deportazione degli ebrei, perchè uno dei due imputati abita qui. Uomo della Gestapo, che collaborò alla deportazione degli ebrei di quel territorio, fu mandato in Grecia per continuare l’opera, ed alla fine della guerra, rientrato in Germania, non poteva che essere Brema il tribunale giudicante. In questo mucchio di atti sulla Shoah in Grecia, si trovano i fatti che riguardano i territori occupati a Rodi, e le testimonianze raccapriccianti dei sopravissuti. ‘Ci hanno portato nel cortile della caserma abbandonata dagli italiani, sotto un sole cocente. I bambini piangevano, e attraverso il cancello chiedevamo acqua ai passanti, consegnando loro anelli e catenine. Poi il passaggio dalla terraferma verso Atene, dove quelli che non reggevano la fatica venivano colpiti selvaggiamente con le fruste. E infine i carri bestiame verso il Nord, dove si stava stretti, soffocati’.
Durante il Processo di Brema, la Deportazione da Corfù, in un un riassunto del Pubblico Ministero. ‘Il convoglio di zattere aspetta la notte in porto per partire da Corfù. Nella piazza gli ebrei in attesa vengono uccisi se tentano di bere o di farsi aiutare. Ad Auschwitz arrivano in duemila, il 30 giugno del 1944, selezionati fra abili al lavoro, 400 uomini e 130 donne, o avviati direttamente alle camere a gas, dopo averli privati dei cappelli e dei denti d’oro. Il medico selezionò ebrei più giovani e robusti per destinarli al lavoro nei forni crematori, che finirono a loro volta nelle camere a gas per essersi rifiutati di svolgere quel terribile compito’.
Poichè la documentazione archivistica venne distrutta nel terremoto del 1953, le fonti sulla vicenda di Zante sono costituite invece dalle testimonianze dei sopravvissuti, pubblicate in Memoriam……. nel 1947, e poi nel 1974. Gli ebrei di Zante erano molto poveri, artigiani per niente pericolosi e ubbidienti alle leggi, che vivevano in piena armonia con gli ortodossi, come si legge nelle testimonianze. Obbligati tutti gli abitanti dell’isola ai lavori forzati, dopo l’arrivo dei tedeschi vennero destinati a quelli più pesanti gli ebrei. A Zante lavorano senza pausa, mangiando uva secca e farina guasta ed è il Sindaco che organizza la sostituzione dei più deboli con volontari capaci di resistere alla fatica. Le autorità dell’Isola, per ordine dei tedeschi, devono fare gli elenchi degli ebrei, e imporre loro di presentarsi subito all’appello, ma il Sindaco cerca di proteggerli, sono poveri e devono recarsi nei luoghi più lontani per lavorare, nè lui potrebbe distinguerli dagli altri cittadini, dice agli occupanti. E si impegnano, le autorità isolane, ad assicurare rifugio a tutti, coprendone la fuga, aiutandoli a nascondersi nei paesi, nelle valli e in montagna coi partigiani slavi dove, tuttavia, un terzo di loro morirà di stenti. I partigiani nel mentre respingono gli attacchi tedeschi e salvano i paesi di montagna dall’ invasione delle SS, che si ritirano il 12 settembre del 1944, mentre i sopravvissuti tornano nelle loro case, per emigrare quasi tutti, subito dopo, in Palestina.
I due ‘Giusti tra i popoli’ che hanno contribuito alla salvezza degli ebrei, sono Karrer, il Sindaco di Zante, e il capo della comunità ortodossa. Gli altri 6 milioni di ebrei non si son salvati, non hanno potuto avere aiuto dai Giusti, conclude amaramente Ch. Schminck Gustavus. E quando lui si ferma tra una narrazione e l’altra, commovente nella musica e forte nei contenuti, si sente il canto di una vecchia preghiera ebraica, ‘Ti chiamo Iddio, mi confesso con te/ guarda cosa mi è successo, a me/ figlio tuo in un paese straniero./ Anni tremendi, libera me Signore./ Non riesco più a ricordare le preghiere/. Ti chiamo, mi confesso con te Signore’. E, tratte dalla documentazione fotografica dell’Archivio statale tedesco, scorrono le immagini dell’umiliazione degli ebrei nella piazza di Salonicco, picchiati se non reggono gli esercizi imposti dalle SS, mentre partecipano alla ‘punizione’ anche i collaboratori greci e nessuno tra la folla interviene.
1 commento
1 | Aladin Pensiero
25 Aprile 2014 - 08:14
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