Gianfranco Sabattini
Ha ragione Amsicora: è senz’altro fondato il dubbio che la scelta di Francesco Pigliaru come candidato della sinistra alle prossime elezioni regionali, risponda all’esigenza di chi ha effettuato la scelta di disporre non tanto di un “alfiere di una nuova stagione”, quanto di una facciata di comodo di chi si è reso reo di malefatte; il dubbio diviene ancora più fondato, se si considera che il “chiasso strombazzato” sul nome del candidato da quanti hanno perso credibilità nei confronti dell’opinione pubblica è direttamente proporzionale alla gravità degli esiti, politicamente parlando, della loro azione a livello di governo regionale; ma soprattutto è direttamente proporzionale alla procedura sbrigativa, per nulla rispettosa delle attese di coloro ai quali saranno chiesti i voti, che si è voluto seguire per la scelta del candidato.
Francesco Pigliaru è stato scelto, sia per rimediare alla deriva politica del PD sardo, dopo che su di esso si è abbattuta l’iniziativa della magistratura, sia per “ricompattare” esclusivamente sul piano elettorale le diverse “anime” politiche che da tempo si agitano alla sua sinistra; queste, infatti, dopo essersi dilaniate vicendevolmente per ragioni di mero “potere”, hanno trovato nella crisi del PD il motivo di riproporsi per acquisire un “nuovo posto al sole”, utilizzando il “coperchio” di comodo della candidatura di Francesco Pigliaru. Che questi venga impiegato come “coperchio” di un’”ammucchiata elettorale” è dimostrato da fatto che egli sia stato scelto con un’operazione di vertice, ovvero sulla base delle decisioni di una “cupola” di cui non si conoscono chiaramente i componenti, né le intenzioni da essi nutrite riguardo alla cura degli interessi reali della società civile della Sardegna.
A giustificazione della scelta non basta un “maquillage” di facciata; occorre che questo sia coniugato con un “programma” in funzione del quale valutare le “qualità” del candidato prescelto. E il programma non può oggi prescindere dalla questione morale. In assenza di un programma, tutto diventa problematico, sollevando pesanti interrogativi; pertanto, poiché a Francesco Pigliaru non è stata data l’opportunità di motivare fondatamente l’accettazione della propria candidatura, il dubbio di Amsicora permane in tutta la sua gravità. Di conseguenza, la legittimazione di Pigliaru a candidato premier regionale non può essere realizzata attraverso inappropriati battage pubblicitari e tanto meno sulla base del suo “albero genealogico”; al riguardo, nessuno oserà mettere in dubbio la natura di “brava persona onesta” del candidato designato e tanto meno la sua competenza professionale; onestà e preparazione, che Pigliaru ha acquisito autonomamente e indipendentemente da chicchessia. Fuori luogo risulta, perciò, l’idea di accreditarlo solo perché avrebbe il “nome giusto”; si tratta di una presunzione che sminuisce l’immagine di Francesco Pigliaru, in quanto, pretendendo di legittimarlo sul piano sociale e politico anche perché figlio dell’illustre Antonio, si finisce per sminuire i meriti propri; anche perché, in questo caso, la fulgida luce della stella del padre non impedisce che quella del figlio risplenda di luce propria.
Ma detto tutto questo sulla persona del candidato, certo è che l’incognita di un programma che non si conosce è grande; ed è legittimo attendersi una parola ferma sulla questione morale. A Francesco Pigliaru non mancano per così dire, utilizzando un’espressione tratta dalla saggezza popolare, i fatidici “pistoccus in bertula”; a questo punto, per formulare un giudizio sul come utilizzerà i “pistoccus” occorre solo attendere i fatti.
2 commenti
1 francesco cocco
11 Gennaio 2014 - 13:47
Condivido le considerazione di Amsicora e quelle di Gianfranco Sabattini. I birbanti ( ho già scritto che come i demoni sono “legione”) formano cupole e cingono d’assedio , ma sono convinto che Francesco Pigliaru ha doti intellettive e morali per non farsi condizionare . So bene che dovrà affrontare molte battaglie. Per questo gli va espressa tutta la solidarietà umana ed il conforto dell’impegno civile da parte di coloro che possono porre un argine alle tendenze deleterie.
2 Inquisiti in lista, la prima sconfitta di Pigliaru. Ecco come e perché il Pd vuole far dimenticare ai sardi la questione morale - vitobiolchini
12 Gennaio 2014 - 12:32
[…] di chi (come Michela Murgia) lo considera una “foglia di fico” o di Gianfranco Sabattini che su Democrazia Oggi lo ha esortato a non essere “il coperchio per tutte le […]
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